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martedì 5 marzo 2013

Io sono il Libanese



Giancarlo De Cataldo, Io sono il Libanese, Torino, Einaudi, 2012, 131 pp. (Stile libero BIG), ISBN 978-88-06-21109-7.

Chi non ha mai sentito parlare della Banda della Magliana, una delle più potenti organizzazioni criminali italiane, che negli anni settanta ha messo a soqquadro la capitale? Chi, soprattutto tra i più giovani, non avesse avuto la possibilità di approfondire la conoscenza a riguardo, è stato agevolato dal fortunatissimo Romanzo Criminale di De Cataldo, e ancor più dalla trasposizione cinematografica di Placido. Questi, in maniera abbastanza romanzata, raccontano le avventure del Libanese & Co., che – tra rapimenti, rapine e agguati – cercano di farsi largo all’interno della malavita di Roma e di comandarla. Io sono il Libanese, invece, si configura, secondo uno schema abbastanza collaudato, come il prequel: De Cataldo narra le avventure del Libanese, gli amori e i sotterfugi che lo hanno portato ad essere il capo della banda; il libro, quindi, si conclude dove invece comincia Romanzo Criminale, ossia nel momento in cui viene progettato il rapimento del Barone Rossellini.
Il romanzo ti trascina in mezzo alla strada della borgata romana, tra droga, prostituzione, armi e scazzottate, dove sembra prevalere la legge del più forte, dove non si guarda in faccia nessuno per sopravvivere, dove è sempre meglio stare sul chi va là e far buona faccia a cattivo gioco. Un testo che si fa leggere tutto d’un fiato: crudo, sfacciato e spietato.

Vincenzo Bagnera

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