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mercoledì 5 marzo 2014

Cronaca Dannata. Intervista a Marco Pomar (a cura di Nino Fricano)

Marco Pomar, Cronaca Dannata. Diario semiserio di due anni vissuti pericolosamente, Palermo, Leima, 2013, 192 pp., ISBN 978-88-98395-06-4.

Garry Kasparov, campione di scacchi, bloccato e malmenato dalla polizia russa. È stato difeso dai pedoni (settembre 2012).
Inventata una crema per tornare vergini. Va a ruba tra le sette sataniche (settembre 2012).
La Sicilia abolisce le province. Da domani sarà divisa ufficialmente in mandamenti (marzo 2013).
Papa Francesco predica bene ma Ratzinger male (luglio 2013).
Bobby Solo all'ospedale. Ennesimo caso di malasanità (ottobre 2013).
Multata in via Montenapoleone la 500 di Lapo. Era andato a passeggiare Elkann (ottobre 2013).

Pubblicato da Leima Edizioni, Cronaca Dannata è un diario satirico dell'autore palermitano Marco Pomar. Quasi 200 pagine a colori nelle quali alle freddure e ai brani satirici di Pomar – tutti di ottimo livello, tra la risata amara, l'irriverenza cinica e il nonsense giocoso – si affiancano le vignette di Dario Corallo e i fotomontaggi di Mimmo Calabrò. Un'operazione intelligente che fornisce una narrazione “diversa” del panorama politico nostrano dal 2011 a oggi. Tanti piccoli pezzi per un puzzle che, nel complesso, risulta originale e divertente, oltre a fornire notevoli spunti di riflessione. L’Associazione LIBRidO ha intervistato l'autore.

Scrivi racconti – a volte anche “seri” – e scrivi satira. Cosa ti riesce più facile? Quali sono gli approcci al “momento creativo”? Che importanza hanno, nella tua vita, le due formule?

Sono due cose, ovviamente, molto diverse. Il racconto breve è una storia con un inizio e una fine; può essere comico, ironico, sarcastico, amaro, commovente, o avere dentro tutto questo e anche altro. La battuta satirica è una revolverata, rapida e secca. Mi piacciono entrambe, mi è difficile scegliere. Direi che anche nei miei racconti più “seri” si trova sempre una nota di dissacrazione. Odio chi si prende troppo sul serio, nella vita e nella scrittura. Nella mia vita di scrittore sono due momenti ugualmente importanti, dal momento che i social ti costringono alla sintesi.

Da quanto tempo scrivi racconti? E satira? Qual è stato il tuo percorso?

Scrivo da tanto, con continuità da più di 15 anni. La scrittura è un bimbo che cresce solo se alimentato a dovere, diventa adolescente e poi, non sempre, adulto. Scrivere aiuta a scrivere meglio. E avere una risposta dai lettori, un feedback, è importantissimo per riuscire a migliorarsi, a capire cosa funziona di più e cosa meno. Scrivo satira dallo stesso tempo, anche se con gli anni mi è stato più chiaro che quella era la mia cifra stilistica migliore.

Le freddure raccolte in Cronaca Dannata denotano una grande capacità tecnica. Riesci a trovare il gioco di parole giusto per ogni occasione. È una capacità maturata nel tempo e in qualche modo “elaborata” – (ci hai, in qualche modo, studiato su) – oppure ti è sempre venuto così, naturale?

Si parte da una caratteristica, una vena satirica che hai o non hai. Poi tutto ciò va alimentato e, come in ogni cosa, bisogna lavorarci su. La scrittura, come si pensa erroneamente troppo spesso, non è soltanto ispirazione e talento, ma anche tecnica e applicazione.

Cosa ne pensi del bombardamento di satira a cui assistiamo (soprattutto) con Facebook? Mi spiego con un esempio personale: il sito Spinoza.it, quando è nato, mi sembrava una bomba di creatività, qualcosa di veramente nuovo. Adesso però la sua formula viene ripetuta e rilanciata da tutte le parti, tanto insistentemente e ossessivamente che a me sembra che qualcosa si sia perso per strada. E se prima scherzare su tutto, in quel modo cinico e dissacrante, mi sembrava qualcosa di coraggioso e creativo, adesso avverto generalmente come un sottofondo di livore, impotenza e aridità. Ma forse sono soltanto mie impressioni.

Non hai torto. I social network consentono a tutti di dire tutto. Il che è un bene in generale, ma contiene in sé il rischio dell’equiparazione totale, a detrimento della qualità. Sostengo che è difficile riconoscere un diamante se gettato insieme ad un mucchio di pezzi di vetro. Per quanto riguarda il confine tra cinismo dissacrante e livore fine a sé stesso, il confine è sottile ma c’è. È quello del buon gusto.

E cosa mi dici della satira pre-tutto (prima dei social, prima di internet)? Tipo il leggendario Cuore (che conosco per sentito dire) o giornali e allegati di quel tipo?

Io sono cresciuto leggendo prima Il Male, poi Tango e Cuore. Il primo era volutamente sopra le righe, e mischiava trovate geniali ad altre forse troppo forti, con la ricerca dello scandalo a tutti i costi. Tango e Cuore erano il top della satira in Italia, anche per quello di cui dicevamo prima, la mancanza di altri palcoscenici dove esibirsi. Conservo ancora tutti i numeri di Tango in originale. Satira politica e comicità pura insieme.

E in Sicilia? Quali sono le tue ispirazioni? Quali persone hai conosciuto che ti hanno fatto crescere e arricchire culturalmente?

I miei maestri di umorismo sono tutti a caratura nazionale. Da Achille Campanile fino a Stefano Benni e Michele Serra. Per quanto riguarda la scrittura in generale, trovo utilissimo il confronto con altri scrittori de visu, persone con le quali condividere i propri testi, affinando e migliorando il proprio stile. In questo la mia maestra è stata Beatrice Monroy, insieme a tanti altri bravi scrittori usciti dai suoi laboratori.

Una domanda sui "live", i reading che fai in giro per librerie, locali e iniziative simili. Come giudichi questo tipo di formula? Quale utilità e quale importanza?

Li considero una palestra eccellente. Per quanto riguarda la narrativa, la letteratura in generale, non è detto che un buon testo sia altrettanto funzionante se ascoltato e non letto. Nemmeno se a farlo è un grande attore. Aggiunge e modifica sempre qualcosa, e la fruizione cambia completamente. Il libro va letto, insomma, non ascoltato. Diversa è la cosa per brevi testi satirici, che invece ben si prestano a questo gioco. Insomma, se un racconto fa ridere, se funziona, lo farà anche nella diversa formula.

Nino Fricano


Dono dell'editore



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