«I libri hanno un'anima e
possono aiutarci a liberare la cultura. Allora perché tenerli chiusi nelle
nostre cantine quando possono diventare compagni di strada di tante persone che
non possono permettersi di comprarli?»
Con queste parole si
apriva, nell'autunno del 2012, la campagna Dona
un libro per liberare la cultura, promossa dall'associazione Librido -
Laboratorio di Studi e Servizi Culturali. L'obiettivo era quello di creare una
biblioteca di quartiere, grazie alle donazioni di cittadini, editori,
istituzioni e biblioteche.
Perché creare una
biblioteca? Le ragioni sono tante: da quelle personali dei singoli soci di
Librido, a quelle personali dei donatori dei libri "liberati", a
quelle fortemente culturali e sociali, che spingono dei laureati e degli
esperti in materie biblioteconomiche a mettere gratuitamente a disposizione le
loro competenze a favore della città. Tuttavia preme di più sottolineare
l'importanza di una biblioteca nei quartieri periferici delle grandi città,
come Palermo.
La biblioteca è un
«facilitatore della conversazione»[1] e
poiché la conoscenza si crea tramite la conversazione, ogni biblioteca è
coinvolta nei processi di diffusione e di trasferimento di conoscenza. É chiaro
che da questo punto di vista la biblioteca smette di essere un deposito di
conoscenza e diventa un soggetto di disseminazione della conoscenza stessa.
La biblioteca di quartiere vuole essere un punto di riferimento, quale
luogo di incontro, rinascita, riscatto sociale, educazione, formazione,
confronto. Per questo motivo il motto di una biblioteca di quartiere può
racchiudersi in quattro brevi parole: «di tutto per tutti». Ogni genere di
conoscenza e di informazione deve pertanto essere fornita a tutti senza
distinzione di età, razza, sesso, religione, nazionalità, lingua o condizione
sociale. I servizi che una biblioteca intende offrire al quartiere e ai
cittadini devono necessariamente essere alla portata di tutti, anche (e
soprattutto) a chi non frequenta la biblioteca, in modo da contribuire
smantellare un sistema di pensiero che tende alla ghettizzazione e alla
marginalizzazione sociali, che sempre più è cifra del mondo post-moderno.
L'idea di biblioteca di quartiere è quindi quella di uno spazio condiviso,
persino nell’uso dei cataloghi e nell’interazione sul web (come avremo modo di
spiegare più avanti), che ha il compito di dare voce alla cultura locale e
quella straniera (con riferimento agli immigrati); di documentare la cultura
contemporanea; di alfabetizzare fornendo risposte di prima informazione su
qualunque area tematica e di formare supportando i percorsi formativi di
autoapprendimento.
La biblioteca deve garantire il pluralismo della società contemporanea ed
essere in grado non solo di insegnare ma di dimostrare in modo pratico che la
diversità è una ricchezza culturale e che non solo vanno abbattute le barriere
economiche, ma anche e soprattutto le barriere ideologiche e culturali tra i
cittadini e le informazioni.
La biblioteca di quartiere ha come principale target i giovani e i
bambini. Spiegare e far conoscere alle nuove generazioni cosa è una biblioteca
e in che modo servirsene. Far conoscere le collezioni e i vantaggi, le
possibilità di conoscenza, divertimento e accrescimento date gratuitamente
(prestito di libri, dvd, cdrom, fumetti, navigazione su internet). E
soprattutto far sentire e dimostrare che la biblioteca è un luogo d’incontro e
confronto attivo, dov’è possibile passare del tempo in un ambiente accogliente,
piacevole e sicuro.
La biblioteca di
quartiere non vuole essere qualcosa di straordinario: mira semplicemente ad
essere libera, imparziale, universale, intergenerazionale, inclusiva, gratuita,
finanziata, sociale, amichevole, centrata sull’utente, locale, interculturale e
multilingue, multimediale, contemporanea, reticolare…in una parola? Vuole
essere pubblica e svolgere la propria attività all'interno del quartiere nel
pieno rispetto di quanto sancito dall'articolo 3 della Costituzione della
Repubblica Italiana: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono
eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito
della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il
pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese».
Dopo un anno e mezzo la campagna Dona un libro per liberare la cultura ha
dato il suo frutto più sperato. Giorno 22 maggio 2014 è stata inaugurata la
biblioteca nell'Istituto Comprensivo Crispi-Cocchiara-V.Veneto di via Barisano
da Trani (PA): il Consiglio d'Istituto, con a capo il dirigente dott. Giusto
Catania, ha voluto credere nel progetto dell'Associazione Librido, offrendo i
locali e le strutture. La biblioteca, oltre ad essere rivolta agli studenti
dell'istituto, sarà anche accessibile ai cittadini del quartiere, garantendo
l'apertura pomeridiana. Il progetto prevede inoltre la catalogazione del
patrimonio librario su SBN, polo nel quale sono presenti ancora pochissime
biblioteche scolastiche.
Saggi, romanzi, libri di testo,
fiabe, enciclopedie, racconti, vocabolari, testi universitari, atlanti e
monografie "liberati" si sono affiancati al fondo bibliotecario
scolastico preesistente, pronti per essere ordinati, collocati, catalogati in
rete e resi fruibili a tutti.
Nella cerimonia di inaugurazione il
dirigente dott. Catania, ha scoperto una targa che intitola la biblioteca a
Sandra Novelli, docente dell'Istituto da poco scomparsa.
Oggi, fra applausi e lacrime, è nata
una biblioteca. E come scriveva Marguerite Yourcenar: «Fondare biblioteche è un
po' come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l'inverno
dello spirito».
In principio era il caos... |
Con impegno... |
Con tanto impegno... |
Gli scaffali si riempiono dei libri "liberati" |
Cerimonia commemorativa di Sandra Novelli |
Il dirigente scolastico Giusto Catania e il marito di Sandra Novelli scoprono la targa |
Biblioteca "Sandra Novelli" |
[1] R. David Lankes, Joanne Silverstein,
Scott Nicholson, Information Institute of Syracuse,
Syracuse University’s School of Information Studies.
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