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giovedì 5 giugno 2014

La biblioteca dei "libri liberati" intitolata a Sandra Novelli (a cura di Eloisia Tiziana Sparacino)

«I libri hanno un'anima e possono aiutarci a liberare la cultura. Allora perché tenerli chiusi nelle nostre cantine quando possono diventare compagni di strada di tante persone che non possono permettersi di comprarli?»
Con queste parole si apriva, nell'autunno del 2012, la campagna Dona un libro per liberare la cultura, promossa dall'associazione Librido - Laboratorio di Studi e Servizi Culturali. L'obiettivo era quello di creare una biblioteca di quartiere, grazie alle donazioni di cittadini, editori, istituzioni e biblioteche.
Perché creare una biblioteca? Le ragioni sono tante: da quelle personali dei singoli soci di Librido, a quelle personali dei donatori dei libri "liberati", a quelle fortemente culturali e sociali, che spingono dei laureati e degli esperti in materie biblioteconomiche a mettere gratuitamente a disposizione le loro competenze a favore della città. Tuttavia preme di più sottolineare l'importanza di una biblioteca nei quartieri periferici delle grandi città, come Palermo.
La biblioteca è un «facilitatore della conversazione»[1] e poiché la conoscenza si crea tramite la conversazione, ogni biblioteca è coinvolta nei processi di diffusione e di trasferimento di conoscenza. É chiaro che da questo punto di vista la biblioteca smette di essere un deposito di conoscenza e diventa un soggetto di disseminazione della conoscenza stessa.
La biblioteca di quartiere vuole essere un punto di riferimento, quale luogo di incontro, rinascita, riscatto sociale, educazione, formazione, confronto. Per questo motivo il motto di una biblioteca di quartiere può racchiudersi in quattro brevi parole: «di tutto per tutti». Ogni genere di conoscenza e di informazione deve pertanto essere fornita a tutti senza distinzione di età, razza, sesso, religione, nazionalità, lingua o condizione sociale. I servizi che una biblioteca intende offrire al quartiere e ai cittadini devono necessariamente essere alla portata di tutti, anche (e soprattutto) a chi non frequenta la biblioteca, in modo da contribuire smantellare un sistema di pensiero che tende alla ghettizzazione e alla marginalizzazione sociali, che sempre più è cifra del mondo post-moderno.
L'idea di biblioteca di quartiere è quindi quella di uno spazio condiviso, persino nell’uso dei cataloghi e nell’interazione sul web (come avremo modo di spiegare più avanti), che ha il compito di dare voce alla cultura locale e quella straniera (con riferimento agli immigrati); di documentare la cultura contemporanea; di alfabetizzare fornendo risposte di prima informazione su qualunque area tematica e di formare supportando i percorsi formativi di autoapprendimento.
La biblioteca deve garantire il pluralismo della società contemporanea ed essere in grado non solo di insegnare ma di dimostrare in modo pratico che la diversità è una ricchezza culturale e che non solo vanno abbattute le barriere economiche, ma anche e soprattutto le barriere ideologiche e culturali tra i cittadini e le informazioni. 
La biblioteca di quartiere ha come principale target i giovani e i bambini. Spiegare e far conoscere alle nuove generazioni cosa è una biblioteca e in che modo servirsene. Far conoscere le collezioni e i vantaggi, le possibilità di conoscenza, divertimento e accrescimento date gratuitamente (prestito di libri, dvd, cdrom, fumetti, navigazione su internet). E soprattutto far sentire e dimostrare che la biblioteca è un luogo d’incontro e confronto attivo, dov’è possibile passare del tempo in un ambiente accogliente, piacevole e sicuro.
La biblioteca di quartiere non vuole essere qualcosa di straordinario: mira semplicemente ad essere libera, imparziale, universale, intergenerazionale, inclusiva, gratuita, finanziata, sociale, amichevole, centrata sull’utente, locale, interculturale e multilingue, multimediale, contemporanea, reticolare…in una parola? Vuole essere pubblica e svolgere la propria attività all'interno del quartiere nel pieno rispetto di quanto sancito dall'articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese».
Dopo un anno e mezzo la campagna Dona un libro per liberare la cultura ha dato il suo frutto più sperato. Giorno 22 maggio 2014 è stata inaugurata la biblioteca nell'Istituto Comprensivo Crispi-Cocchiara-V.Veneto di via Barisano da Trani (PA): il Consiglio d'Istituto, con a capo il dirigente dott. Giusto Catania, ha voluto credere nel progetto dell'Associazione Librido, offrendo i locali e le strutture. La biblioteca, oltre ad essere rivolta agli studenti dell'istituto, sarà anche accessibile ai cittadini del quartiere, garantendo l'apertura pomeridiana. Il progetto prevede inoltre la catalogazione del patrimonio librario su SBN, polo nel quale sono presenti ancora pochissime biblioteche scolastiche.
Saggi, romanzi, libri di testo, fiabe, enciclopedie, racconti, vocabolari, testi universitari, atlanti e monografie "liberati" si sono affiancati al fondo bibliotecario scolastico preesistente, pronti per essere ordinati, collocati, catalogati in rete e resi fruibili a tutti.
Nella cerimonia di inaugurazione il dirigente dott. Catania, ha scoperto una targa che intitola la biblioteca a Sandra Novelli, docente dell'Istituto da poco scomparsa.
Oggi, fra applausi e lacrime, è nata una biblioteca. E come scriveva Marguerite Yourcenar: «Fondare biblioteche è un po' come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l'inverno dello spirito».


In principio era il caos...
Con impegno...
Con tanto impegno...
Gli scaffali si riempiono dei libri "liberati"
Cerimonia commemorativa di Sandra Novelli
Il dirigente scolastico Giusto Catania e il marito di Sandra Novelli scoprono la targa
Biblioteca "Sandra Novelli"



[1] R. David Lankes, Joanne Silverstein, Scott Nicholson, Information Institute of Syracuse, Syracuse University’s School of Information Studies. 

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