Manoela Patti, La Sicilia e gli alleati. Tra occupazione e
Liberazione, prefazione di Salvatore Lupo, Roma, Donzelli Editore, 2013,
227 pp. (Saggine, 230), ISBN 978-88-6036-965-9.
Manoela Patti, dottore di ricerca in Storia contemporanea, pubblica per i
tipi della Donzelli La Sicilia e gli
alleati, che, nonostante il piccolo formato cartaceo tipico della collana Saggine, si presenta come un libro
poderoso.
Poderoso perché il volume si fa onere di rappresentare un ulteriore
contributo alla questione storiografica, ancora viva e attuale, della
liberazione dell'Italia dal fascismo e della «rifondazione [...] come
Repubblica democratica» [p. 217], che ha nello sbarco in Sicilia del luglio del
1943 il suo inizio.
Emerge chiaramente la necessità di collocare i fatti del '43 e del '44
nella storia nazionale e all'interno della Seconda Guerra Mondiale, passaggio
che spesso è messo da parte per servire una certa storia che si vuole
"separata". L'occupazione alleata della Sicilia non è un fatto
siciliano, ma un momento decisivo del conflitto, che ha conseguenze importanti
per l'Italia, poiché ne accelera il collasso del fascismo e per le sorti della
guerra. Ne è prova il fatto che Inghilterra e Stati Uniti preparino con
scrupolosa perizia lo sbarco e l'occupazione, non tralasciando nessun aspetto,
dalla strategia militare ai contatti con la popolazione siciliana.
Manoela Patti ricostruisce con altrettanta perizia lo sbarco e le sue
fasi preparatorie, partendo proprio dai documenti conservati negli archivi
americani e inglesi. Basta guardare l'Elenco
delle abbreviazioni [pp. VII-VIII] per comprendere la mole e la qualità del
lavoro che sta dietro la pubblicazione di questo libro. Ed è proprio la storia
fatta con i documenti e negli archivi a segnare un pregio fondamentale di quest’opera.
Solo un attento studio delle carte può contribuire a fare chiarezza su
importanti pagine di storia e a smaltire quella serie di mistificazioni e
mitologie che appassionano tanto gli amanti del mistero e dei complotti. Un
esempio è il famigerato accordo Stati Uniti-Mafia che in questo libro è messo all’angolo
proprio dallo studio dei documenti. La mafia è presente in Sicilia al momento
dello sbarco, ma gioca un ruolo diverso da quello che la vulgata ha trasmesso.
La Sicilia appare quindi come «laboratorio» politico dove prima che
altrove in Italia, si cerca di ricomporre la vita comunitaria. I mesi
successivi allo sbarco e l'intero 1944 sono un periodo cruciale che mette alla
prova la tenuta unitaria dell'Italia e di cui la Sicilia è parte fondamentale
con i suoi protagonisti. Possono sembrare poco chiari i rapporti tra alleati,
siciliani e governo italiano, tuttavia bisogna pur sempre ricordare che si è
ancora nel pieno della guerra, sebbene siano terminate le operazioni belliche
in Sicilia, con tutti i problemi e le emergenze che ne derivano per i civili,
per l'economia e la politica. Tutto ciò Patti lo mette bene in luce, facendo un
sapiente lavoro di ricostruzione storica, entrando nelle pieghe della politica
siciliana e italiana nel delicato passaggio di ritorno dell'isola
all'amministrazione italiana.
La Sicilia e gli alleati è un libro denso, che fa chiarezza
anche su quei fatti, spesso taciuti, che riguardano i bombardamenti e le stragi
alleate nell’isola. Un libro che consiglio di leggere, perché ci aiuta a
comprendere cosa vogliono dire Sicilia e Italia all'indomani della Seconda
Guerra Mondiale.
Piero Canale
Dono dell'editore |
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