Palermo, 11
marzo 2014
Carissimo Sindaco Marino,
ho letto con ammirazione
e piacere quanto da lei
proposto stamane in merito alla sottrazione dei senzatetto dalla strada.
In effetti è verissimo
quanto lei dice quando lamenta che per questa povera gente disperata "serve
anche un'occupazione per impegnare il proprio tempo".
Quale migliore
occupazione, di fatto, se non quella dell'inserimento lavorativo all'interno
del circuito bibliotecario e, nella fattispecie, all'interno
della Biblioteca Comunale di Roma.
Di certo sapranno
organizzarla con metodo e con i giusti criteri della scienza biblioteconomica.
Adesso mi balena una
splendida idea.
Credo che abbandonerò il
mio precario lavoro da bibliotecaria di quartiere, che tanto ho sudato, dopo il
conseguimento di una laurea in lettere classiche, molteplici specializzazioni
nel settore biblioteconomico e master universitari, per venire nella
nostra bella Capitale a fare la vagabonda; scelta che consiglierò vivamente
anche ai miei colleghi più o meno giovani, i quali credono ancora che un lavoro
in biblioteca si possa conseguire grazie allo studio e alla passione, quando invece pare che basti semplicemente essere dei bohémien – non mi si accusi di razzismo nei confronti di chi sta
peggio, lungi da me, le mie
sono solo vane parole in libertà – per
aggiudicarsi un’assunzione nel circuito delle biblioteche, senza sottoporsi ad alcuna prassi concorsuale.
Lei ha ragione quando
lamenta che "ogni anno per i pensionamenti perdiamo il 10-15% del
personale" nelle biblioteche, ma sa meglio di me che si tratta del decorso naturale di ogni cosa – non solo in campo lavorativo – l’essere ciclicamente rinnovati, e noi giovani specializzati continuiamo a pensare che grazie alla nostra conoscenza e professionalità, potremo un giorno godere
di quanto seminato con fatica e speranza, per raccogliere i frutti di un lavoro
in un ambito pertinente ai nostri studi. È a noi, pertanto, che andrebbero riservati questi
posti vacanti.
Mi rivolgo anche a lei,
Rita Cutini, assessore capitolino alle Politiche sociali, perché di certo
c'è "bisogno di persone da
impiegare in diversi ruoli" per toglierli dalla strada, ed è
un’emergenza grave che tocca l’interno Paese.
Io
non voglio qui fare la paternale o avere la presunzione di fare proposte al
posto vostro, che meritevolmente ricoprite
alte cariche, voglio piuttosto mettervi a
conoscenza del fatto che io – come del resto molti altri ragazzi
e ragazze della mia generazione e dotati della medesima specializzazione – sarei anche disposta a ricoprire posizioni inferiori,
come possono essere l'usciere o l'assistente di sala di biblioteche o archivi, piuttosto che essere costretta a cercare
lavori avulsi dal nostro settore, altrettanto dignitosi ma che vanificano
interamente i nostri studi e le nostre speranze, costringendoci ad impieghi – quando
abbiamo la fortuna di trovarli – di volantinaggio, di consegna-pizza a
domicilio, o di aberranti call-center.
C’è anche da chiedersi cosa si intende per i “diversi ruoli” che
si andrebbero a ricoprire perché, nel beneficio del dubbio, non è detto che io
non stia travisando il tutto, ipotizzando mansioni e competenze non meglio
specificate nelle vostre intenzioni. Desidero solamente capire meglio.
Per concludere, non voglio con questa mia lettera
criticarvi, anzi ammiro quanto state facendo per i senzatetto – uomini e donne che meritano alloggio e dignità – offrendo loro un’alternativa reale alla miseria
anche attraverso il riscatto offerto dal lavoro; vi dico soltanto che se il problema di Roma è rappresentato dai posti vacanti lasciati nella rete delle Biblioteche da chi va in pensione, io due-tre…cento
persone specializzate da segnalarvi che possano ricoprire diversi ruoli, posso
fornirveli.
Una bibliotecaria
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