Antonella Agnoli, Caro sindaco, parliamo di biblioteche,
Milano, Editrice Bibliografica, 2011, 137 pp., (Conoscere la biblioteca, 5),
ISBN 978-88-7075-709-5.
Caro Sindaco,
«Le nostre città hanno bisogno urgente di biblioteche di nuova
concezione, dove i cittadini si possano incontrare stabilendo relazioni sia
intellettuali sia affettive. Ripensare gli spazi urbani, sottrarli alla
commercializzazione, farne luoghi di incontro, di scambio, di azione
collettiva. La biblioteca pubblica, a lungo ignorata dalla politica e oggi
minacciata da internet nel suo ruolo informativo, può diventare un territorio
aperto a gruppi e associazioni, un centro di riflessione e di condivisione dei
saperi, il nodo centrale di una rete con altre istituzioni culturali. In un
Paese sempre più ignorante, che rischia di restare ai margini dell’economia
della conoscenza, la biblioteca pubblica deve diventare parte di un progetto di
rinascita dell’Italia, un luogo di libertà e di creatività per ogni cittadino».
Antonella Agnoli scrive questo libro con l'intento e la speranza di
spiegare a Lei, alla Sua giunta e alla Sua amministrazione, ma soprattutto a
Lei - uomo politico che ha nelle mani una parte di responsabilità per i servizi
offerti ai cittadini e quindi della qualità di vita dei suoi concittadini -
l'importanza, l'utilità e la necessità di una biblioteca pubblica all'interno
della società contemporanea e all'interno della Sua comunità, che l'ha scelta
come guida e come garante dei suoi diritti (sia essa una grande città, un paese
di provincia o un villaggio tra le montagne).
Nel libro della Agnoli - bibliotecaria da più di 30 anni ed esperta in
biblioteche - sono menzionate ragioni ideali e ragioni pratiche per istituire
una biblioteca o per rinnovare e potenziare i servizi di quella già esistente,
e un po' dimenticata, perché lasciata a qualche impiegato senza voglia e senza
interesse.
Tolleranza, pluralità, democrazia, volontariato, altruismo sono alcune di
quelle ragioni ideali, belle, sognanti, platoniche, forse utopiche, ma che hanno
la loro ragion d'essere in un mondo troppo distratto dai valori del capitale,
della finanza, dello spread, poiché
garantiscono ancora una speranza a chi non è stato ancora corroso dal cinismo
estremo dell'effimero e del consumo.
Nella seconda parte del libro, Mattoni,
scaffali, e-book [pp. 79-125], invece, sono spiegate le ragioni pratiche
per avere una biblioteca. Nonostante le ragioni del portafoglio e della
logistica - quelle sulle quali i politici, gli amministratori, i dirigenti
avanzano tutti i «ma» e i «purtroppo» - la biblioteca (la biblioteca
funzionante, si intende) è un serbatoio di servizi per i giovani (orientamento
al mondo del lavoro e all'istruzione), di sicurezza per i genitori e per gli
educatori, assistenza agli anziani per la burocrazia generale e l'internet.
L'autrice incorpora anche molte idee per come fare, per cosa fare, con
quali mezzi realizzare una biblioteca funzionale per tutti. Molti modi, idee e
soluzioni per ridurre i costi e potenziare le risorse a costo zero. Non sono solo
idee, ma esempi concreti realizzati in alcune biblioteche della penisola per il
fund raising (locuzione inglese per
dire "raccolta fondi", che fa molto più presa nel politichese e nelle
campagne elettorali) e altre attività per coinvolgere i cittadini, i giovani e
le associazioni nella vita della biblioteca comunale.
Magari, Lei, caro Sindaco, potrebbe dare un'occhiata, insieme
all'Assessore alla Cultura e all'Assessore alle Politiche giovanili e alle
politiche sociali, a questi link che riportano ai siti web di alcune realtà
funzionali e funzionali di biblioteche:
eFFeMMe23 Biblioteca LaFornace, Comune di Maiolati Spontini (un paese di poco più di 6 mila abitanti).
Caro Sindaco, legga questo libro, sono poche pagine. Lo faccia leggere
anche alla Sua giunta e ai Consiglieri che sostengono la Sua maggioranza. Tenga
presente anche che «le biblioteche sono una irrinunciabile 'infrastruttura
democratica' e questo è il motivo per cui sono necessarie. Il problema non è se
i cittadini ci vadano o no: è che devono avere la possibilità di andarci. Non
c'è teoria moderna della democrazia che ammetta un cittadino disinformato e
ignorante. Una biblioteca arricchisce il tessuto democratico rendendo possibile
a ognuno di informarsi, e di formarsi, in un confronto con gli altri» [p. 128].
Signor Sindaco faccia leggere questo libro anche a Sua figlia, a qualche
insegnante e qualche giovane di buona volontà. Poi ascolti questi ultimi.
Piero Canale
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