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mercoledì 11 dicembre 2013

Illustri Illustratori: Arthur Rackham (a cura di Agostina Passantino)


Il Natale è ormai alle porte, e fa a gara con il freddo, che credo abbia avuto la meglio per questo inverno.
Come ogni Natale che si rispetti ritornano le luci, gli alberi, i jingle e i racconti ad esso dedicati, che accantoniamo durante il resto dell’anno, ma che giunti a dicembre rispolveriamo e sentiamo molto vicini. Un racconto che merita di essere tirato fuori dal baule per il periodo da natalizio è A Christmas Carol, di Charles Dickens.
Dickens dovette proprio sbrigarsi molto a scrivere questa fiaba edificante, se fu pronta in soli due mesi, bella ed impacchettata per il Natale del 1843.
Quello che si vuole ricordare in queste righe non sono, però, i temi affrontati dal
Carl Barks, Christmas Composition, 1972
libro, non la vita dei ceti sociali londinesi, quelli economicamente più svantaggiati - tutti temi ricorrenti in Dickens - non l’avaro e tanto caro Ebenezer Scrooge, bensì i disegni che l’innegabile fascino letterario di A Christmas Carol ispirò ai pennelli e alle matite di famosi illustratori, come Carl Barks (27 marzo 1901 – 25 agosto 2000), che, partendo dalla figura del gretto protagonista, diede vita all’immortale personaggio di Uncle Sgrooge – Paperon de’ Paperoni – apparso per la prima volta nella storia Christmas on Bear Mountain, pubblicata sul n. 178 di Four Color e più volte edita in Italia (Il Natale di Paperino sul Monte Orso su Topolino giornale N.677 del 1948, Paperino sul Monte Orso su Topolino N.2716 del 2007) e la cui fama continua ormai al di là del legame che aveva avuto con il dickensiano personaggio.

Arthur Rackham, Autoritratto, 1934
L’illustratore illustre di cui ci occuperemo è Arthur Rackham.
Rackham è stato un noto illustratore inglese del periodo vittoriano (19 settembre 1867 – 6 settembre 1939). Arthur già da bambino aveva mostrato una spiccata predilezione per il disegno e soprattutto l'acquerello, e trascorreva il tempo libero riproducendo gli esemplari esposti al British Museum e al Museo di storia naturale di Londra, dove passava molto tempo.
Pubblica il suo primo libro illustrato nel 1893 e rimane in attività fino alla sua morte, riuscendo a mantenere costante la sua indiscussa popolarità. I suoi lavori non si limitano solo ai libri di fiabe, ma anche ad opere per adulti.
Rackham illustra il libro di Dickens nel 1915, dopo essersi già dedicato alle illustrazioni di Alice in Wonderland e di Peter Pan in Kensington Gardens, dove ha già avuto modo di introdurre i suoi elementi ricorrenti, forse riconducibili ai modelli naturalistici che aveva avuto da ragazzo: il sottobosco, il piccolo mondo, le fate e gli animali fitomorfi.
Arthur Rackham, Rhein maidens
warn Siegfried
, 1912

Lo stile che adotta per il libro è una specie di new age liberty, un’alternativa al rigido formalismo tipico dei suoi tempi, che scardina dall’onirica dimensione utilizzata per Alice, ma che allo stesso tempo realizza dei disegni nervosi ma eleganti, tale da fornire una equa combinazione tra angoscia e dimensione del sogno, che sfiora a tratti il macabro e fa intravedere negli occhi delle sue creazioni una sensazione stralunata e impaurita per le irrealtà cui è portato ad assistere (si vedano a tal proposito le illustrazioni dei tre Spiriti). Tutte le sue illustrazioni rimangono sul filo dello stile floreale senza mai uniformarvisi del tutto.

Arthur Rackham, Brünnhilde is visited by
her Valkyrie sister Waltraute, 1912
La sfera è quella delle fiabe.
Certamente fu influenzato da Albrecht Dürer, e da John Tenniel; influenzò numerosi illustratori contemporanei e successivi e lo studio Disney, per la realizzazione del suo primo lungometraggio, Biancaneve.
Per capire meglio occorre dare uno sguardo alle illustrazioni contenute all’interno di A Christmas Carol. Buona visione e che «Dio ci protegga tutti e ci benedica», per dirla come Tiny Tim!


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