Il
Natale è ormai alle porte, e fa a gara con il freddo, che credo abbia avuto la
meglio per questo inverno.
Come
ogni Natale che si rispetti ritornano le luci, gli alberi, i jingle e i racconti ad esso dedicati, che
accantoniamo durante il resto dell’anno, ma che giunti a dicembre rispolveriamo
e sentiamo molto vicini. Un racconto che merita di essere tirato fuori dal
baule per il periodo da natalizio è A
Christmas Carol, di Charles Dickens.
Dickens
dovette proprio sbrigarsi molto a scrivere questa fiaba edificante, se fu
pronta in soli due mesi, bella ed impacchettata per il Natale del 1843.
Quello
che si vuole ricordare in queste righe non sono, però, i temi affrontati dal
libro, non la vita dei ceti sociali londinesi, quelli economicamente più
svantaggiati - tutti temi ricorrenti in Dickens - non l’avaro e tanto caro Ebenezer Scrooge, bensì i disegni che
l’innegabile fascino letterario di A
Christmas Carol ispirò ai pennelli e alle matite di famosi illustratori,
come Carl Barks (27 marzo 1901 – 25 agosto 2000), che, partendo dalla figura
del gretto protagonista, diede vita all’immortale personaggio di Uncle Sgrooge – Paperon de’ Paperoni – apparso
per la prima volta nella storia Christmas
on Bear Mountain, pubblicata sul n. 178 di Four Color e più volte edita in Italia (Il Natale di Paperino sul Monte Orso su Topolino giornale N.677 del
1948, Paperino sul Monte Orso su
Topolino N.2716 del 2007) e la cui fama continua ormai al di là del legame che
aveva avuto con il dickensiano personaggio.
Carl Barks, Christmas Composition, 1972 |
Arthur Rackham, Autoritratto, 1934 |
L’illustratore
illustre di cui ci occuperemo è Arthur Rackham.
Rackham
è stato un noto illustratore inglese del periodo vittoriano (19 settembre 1867
– 6 settembre 1939). Arthur già da bambino aveva mostrato una spiccata
predilezione per il disegno e soprattutto l'acquerello, e trascorreva il tempo
libero riproducendo gli esemplari esposti al British Museum e al Museo di
storia naturale di Londra, dove passava molto tempo.
Pubblica
il suo primo libro illustrato nel 1893 e rimane in attività fino alla sua
morte, riuscendo a mantenere costante la sua indiscussa popolarità. I suoi
lavori non si limitano solo ai libri di fiabe, ma anche ad opere per adulti.
Rackham
illustra il libro di Dickens nel 1915, dopo
essersi già dedicato alle illustrazioni di Alice
in Wonderland e di Peter Pan in
Kensington Gardens, dove ha già avuto modo di introdurre i suoi elementi
ricorrenti, forse riconducibili ai modelli naturalistici che aveva avuto da
ragazzo: il sottobosco, il piccolo mondo,
le fate e gli animali fitomorfi.
Arthur Rackham, Rhein maidens warn Siegfried, 1912 |
Lo
stile che adotta per il libro è una specie di new age liberty, un’alternativa al rigido formalismo tipico dei
suoi tempi, che scardina dall’onirica dimensione utilizzata per Alice, ma che allo stesso tempo realizza
dei disegni nervosi ma eleganti, tale da fornire una equa combinazione tra
angoscia e dimensione del sogno, che sfiora a tratti il macabro e fa
intravedere negli occhi delle sue creazioni una sensazione stralunata e impaurita
per le irrealtà cui è portato ad assistere (si vedano a tal proposito le
illustrazioni dei tre Spiriti). Tutte le sue illustrazioni rimangono sul filo
dello stile floreale senza mai uniformarvisi del
tutto.
Arthur Rackham, Brünnhilde is visited by her Valkyrie sister Waltraute, 1912 |
La
sfera è quella delle fiabe.
Certamente fu
influenzato da Albrecht Dürer, e da John Tenniel; influenzò numerosi
illustratori contemporanei e successivi e lo studio Disney, per la
realizzazione del suo primo lungometraggio, Biancaneve.
Per capire meglio
occorre dare uno sguardo alle illustrazioni contenute all’interno di A
Christmas Carol. Buona visione e che «Dio ci protegga tutti e ci benedica», per
dirla come Tiny Tim!
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