Giuseppe Casarrubea e Mario
José Cereghino, Operazione Husky. Guerra psicologica e
intelligence nei documenti segreti inglesi americani sullo sbarco in Sicilia,
Roma, Castelvecchi, 2013, 273 pp., (RX, 59), ISBN 9788876159695.
Operazione Husky è una raccolta di documenti prodotti
dagli apparati di intelligence
statunitensi e britannici, che riguardano lo sbarco alleato in Sicilia nel
1943.
Giuseppe Casarrubea, storico, e Mario José Cereghino, giornalista,
pubblicano sessanta documenti conservati negli archivi di Kew Gardens (in
Inghilterra) e College Park (negli Stati Uniti). I documenti riferiscono il
lavoro dei servizi segreti alleati dal 1940 all'autunno del 1943, per preparare
lo sbarco in Sicilia (la cosiddetta "Operazione Husky"), infiltrando
agenti segreti (spesso italo-americani) nel territorio siciliano e dell'Italia
meridionale, stabilendo contatti amichevoli e rassicuranti con la popolazione
locale e le personalità influenti e utili alla causa alleata (antifascisti,
mafiosi, clero, nobili, etc.).
Le carte esaminate e pubblicate possono essere consultate, in copia
cartacea e digitale, anche presso l'Archivio Casarrubea di Partinico, in
Provincia di Palermo, http://casarrubea.wordpress.com/archivio/ (last access:
26/09/2013).
I dossier britannici e americani contengono valutazioni sulla popolazione
siciliana (usi, costumi, indole, ma anche fedeltà al regime fascista, adesione
alla guerra, grado di malcontento, etc.), informazioni e pareri su personalità
ed esuli siciliani negli Stati Uniti (come Vanni Buscemi Montana e Max Corvo,
ad esempio), rapporti degli agenti segreti, manuali di comportamento per le
truppe che occuperanno l'isola e veri e propri piani di attuazione dello
sbarco.
Il libro si divide in due parti: Una
guerra segreta [pp. 5-93] e Documenti
1940-1943 [pp. 99-257].
La prima parte è una ricostruzione della vicenda dell'ideazione, della
programmazione e della realizzazione dello sbarco in Sicilia, attraverso
un'opera di taglio e cucito tra i vari documenti, che sono poi riportati nella
seconda parte.
Il libro, nonostante si presenti come un'opera di «storia – quella vera»
[p. 93] – è, tuttavia, privo di riferimenti bibliografici e di un degno
apparato di note che non si limiti a citare i documenti pubblicati nel volume.
La mancanza di una bibliografia
e la presunzione di ergersi contro gli «improbabili alfieri della storiografia
accademica» [p. 93], fanno sì che non vi sia nel libro una vera e propria
contestualizzazione ed esegesi delle fonti consultate. Inoltre, una buona
bibliografia sull'argomento Sicilia-Fascismo-Mafia-Seconda Guerra Mondiale
avrebbe, di certo, aiutato gli autori di Operazione
Husky nell'avvalorare conclusioni e intuizioni, che essi rivendicano, ma
che sono già state avanzate e confermate storicamente con le fonti, proprio da
quegli «accademici da salotto», almeno dieci anni prima dalla pubblicazione di
questo libro. Ad esempio, sulla commistione tra Fascismo e Mafia in Sicilia –
che gli autori dichiarano di aver smascherato attraverso le carte – hanno già
scritto, solo per citarne alcuni, S. Lupo in Il Fascismo. La politica in un
regime totalitario (Roma, Donzelli, 2005); M. Di Figlia in Alfredo
Cucco: storia di un federale (Palermo,
Associazione Mediterranea, 2007); G. C. Marino, Le generazioni italiane
dall’Unità alla Repubblica (Milano, Bompiani, 2006).
Inoltre, nonostante
l'importanza dei documenti editi, l'arroganza del general reader, che pretende di scoperchiare e mettere a nudo le
"verità", inficia non poco il valore storiografico dell'opera.
Infatti, sarebbe stato opportuno – giacché gli autori riferiscono di conoscere
gli archivi e di «affidarsi con umiltà all'antica e sana metodologia del
dubbio» [p. 93] – indicare quali sono stati i criteri di selezione dei
documenti, in che lingua sono redatti, chi li ha tradotti, quali documenti non
sono stati trascritti e quali non sono stati scelti e per quali motivi, cosa è
stato omesso dietro gli "[...]", qual è la consistenza dei fondi
archivistici consultati, il perché della scelta di questi archivi piuttosto che
di altri.
Per le perplessità
elencate sopra, ritengo Operazione Husky,
un'opera deludente dal punto di vista storiografico, poiché scritta forse con
la presunzione di arrivare al grande pubblico senza dare validi strumenti di
interpretazione e lettura, sebbene si riconosca agli autori il merito di aver
lavorato su una parte di documenti fondamentali per la comprensione della
storia italiana e siciliana.
Piero Canale
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