Mentre siamo
lì ad aspettare l'autobus, Testa di mela dà fiato al suo sfintere orale:
“Che ne pensi
di questa cosa dei marziani?”
Ora, di questa
cosa dei marziani io non ne so niente, quindi gli chiedo:
“Di quali
marziani parli?”
“Di quelli
che battugliano la terra. Tutto il tempo in giro a battugliare la nostra
terra”
“Capisco:
dunque tu sei convinto che ci sono questi tipi verdi, con le loro
supertecnologie tipo laser e astronavi, che partono da Marte – che manco
l’acqua ci hanno trovato – per venire qua a … come dicevi?”
“A
battugliare la terra”
“A
pattugliare la terra, certo. Secondo te funziona così …”
Si gratta
quella testa di mela glassata di brillantina, si strofina la mano sui jeans, ci
pensa un attimo e mi fa:
“Io non ho
detto che sono verdi, e manco che vengono da Marte”
“Come no? I
marziani vengono da Marte, scemo, i saturnini da saturno, i venerei dalle fighe
delle puttane...”
Ride. Non che
l’abbia colta, almeno credo: basta il turpiloquio a farlo sganasciare.
“Ma no, ma no,
dicevo marziani in senso generale!”
Glielo
spiego:
“Si dice
alieni o extraterrestri o esseri venuti dallo spazio”
“Gli esseri
venuti dallo spazio”, mi fa, “hanno queste supertecnologie spaziali, come hai
detto tu, no?, e si muovono un sacco in poco tempo, no?, e tu manco li vedi
perché viaggiano alla vlshllalsh...”
“Che hai
detto?”
Il fatto è
che, mentre esponeva l’ultima parte del suo ragionamento, si strofinava
una manica davanti alla bocca, sotto il naso ad essere precisi, per togliere il
moccio che ne colava – che fa la stessa fine della brillantina – e quindi ciò
che ha detto mi è giunto parecchio confuso.
“Allora”, mi
fa, “questi vanno alla velocità della
luce e quindi sono molto veloci, tipo la lampadina, no?”
“Veloci
quanto una lampadina?”
“Sì, cioè no,
cioè: veloci quanto ci sta la lampadina ad accendersi dal momento in cui tu
premi il pulsante”
“Ah!”
Stupefacente
davvero: come ha fatto a esprimere un concetto così complicato? Il discorso
rischia di prendere una bella piega…
“Lo capisci,
quindi, no?, questi girano alla velocità della luce e tu non puoi vederli,
nessuno può vederli, solo loro si autovedono perché sanno come fare!”
“Capisco”
“Poi si
fermano un attimo dove sanno che nessuno li osserva, che è importante perché se
li vedono magari succede un casino, no?, e studiano quello che fanno i tizi sotto di loro - che saremmo noi! Ogni
tanto, però, c’è un turista o un giornalista con la videocamera o uno che di
solito fa il palo o un figlio di puttana fortunato, no?, e allora becca la
navicella, che si chiama ufo, che allora vola via, veloce come un lampo, per
non farsi idenficare, e allora nessuno sa più se c’era o non c’era. O meglio:
lo sa, ma vallo a provare. Poi, perché ogni tanto si fermano, questo non lo so:
alcuni dicono che rapiscono le persone, ma secondo me no, ci ho pensato un bel
po’, e penso che sia perché alla
velocità della luce non vedrebbero un cazzo, no?, e allora sarebbero venuti
senza motivo…”
“Ma hai detto
che si autovedono”
“Sì, ma loro
stessi”
“Ah…”
“Eh!”
Ora, io non
ci metterei la mano sul fuoco su quello che dice Testa di mela: è lo stesso che
diceva che se un cavallo si chiama Donato non gli devi guardare in bocca o ti
morde la faccia; e che, a proposito di bocche, se vieni dentro quella di una e
lei ingoia, è probabile rimanga incinta. In merito agli alieni mi pare ferrato,
però, quindi gli chiedo:
“Spiegami una
cosa: perché questi curiosano tra i cazzi nostri? E perché stanno sempre in
giro e non vengono mai giù?”
“Perché…”
“No, no,
aspetta: cioè, perché questi con le loro supertecnologie non vengono a farci il
culo e non si prendono questo mondo pieno di teste di cazzo come te o me che ti
do retta?”
“Anche su
questo ho riflettuto: diciamo che loro aspettano. Aspettano e aspettano, no?, e
lo sai, quando aspetti troppo va a finire che poi ti piace aspettare; tipo
quando devi conoscere una, ché hai paura che poi sia una frana… Lo stesso loro:
se arrivano e qui non gli piace? Che fanno se arrivano e qui non gli piace? Se
ne tornano a casa? Che gli vanno a dire ai loro amici? Che qui è una merda?
Pensaci: tu torni da una vacanza che aspettavi da mesi e tutti lo sanno quanto
l'aspettavi e dici L’albergo era una merda il mare un cesso c’erano solo
vecchi che puzzavano di piscio? No: sei costretto a mentire. Cioè, loro non
l’hanno ancora capito se ne vale la pena, no?, aspettano ancora di capirlo.
Magari hanno pure preso accordi con qualcuno, tipo il papa o la cia o Putin, che ne so, mica te lo
vengono a dire… Oppure manco questo: semplicemente aspettano e nel frattempo si
raccontano storie su storie su di noi, ovviamente nella loro lingua, storie che
fanno piangere o ridere o cacare: almeno c'ingannano il tempo, no?”
C'ingannano
il tempo...
Sto per
aprire bocca e dire non ricordo cosa, ma l'autobus arriva. Mi alzo e, senza
manco salutarlo, salgo a bordo.
Dan Skorsky
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