Federico Buffa, Black Jesus. The Anthology, Milano, Edizioni
Libreria dello Sport, 2009, 223 pp. (Collana Tullio), ISBN 978-88-6127-023-7.
L’Italia, si sa, è famosa per il buon cibo, le
belle donne, la moda ed il calcio. Milioni di appassionati trascorrono la
domenica incollati al teleschermo o appollaiati sui seggiolini degli spalti di
qualche stadio ad ammirare le prodezze degli ipermilionari atleti. Da un po’ di
tempo, però, gli italiani stanno cominciando ad apprezzare un altro sport,
grazie alla fortissima influenza culturale a stelle e strisce: il basket (o
pallacanestro, che dir si voglia).
Questo interessante volume è un must per chi vuole conoscere gli
aspetti meno noti del basket americano, o semplicemente, vuole rilassarsi
leggendo le erudite evoluzioni linguistiche dell’autore, Federico Buffa. Anche
noto con il soprannome di “Avvocato”, Buffa è un giornalista, nonché
telecronista sportivo italiano, conosciuto per la sua grande verve e per la sua abilità retorica. Tra
le pagine di questo libro sentiremo parlare non solo di NBA e di coloro che “ce
l’hanno fatta” (coloro che sono riusciti a diventare professionisti nella
massima serie americana di pallacanestro), ma anche dei campetti in cemento dei
sobborghi d’oltreoceano, dove, per farti rispettare, devi sgomitare, fare a
spallate e provare a resistere al più violento dei falli. Leggeremo le storie
di Earl Manigault o di Ronnie Fields e della sua straordinaria capacità
nell’elevazione, tanto che sembrava planare verso canestro; di Lamar Odom o del
rissoso Ron Artest, e ancora di quel “serbatoio” di campioni che è la Oak Hill Accademy.
Una lettura veramente piacevole, quindi, per
chiunque voglia aprirsi nuovi orizzonti sportivi, e non rimanere chiuso nel
tradizionale e classico undici contro undici tricolore.
Vincenzo Bagnera
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