Laila al-Uthman, Il messaggio segreto delle farfalle.
Roma, Newton Compton Editori, 2012, 251 p., ISBN 978-88-541-4167-4.
«Ascolta da questo istante devi osservare il silenzio.
I segreti del palazzo non possono trapelare all’esterno…per nessuna ragione» [p.13].
Da questa frase prende l’avvio la narrazione della vita di Nadia, nata in un
Kuwait in cui le donne devono solo tacere e obbedire. Intellettualmente vivace
e curiosa, a diciassette anni sogna di andare all’università, non immaginando
di essere destinata in sposa ad un ricco despota molto più anziano, che la
userà come un oggetto di piacere. Prigioniera in una gabbia d’oro, isolata da
tutto e tutti, violata e percossa, vive con angoscia le visite del marito: «ero
pronta ad essere umiliata, a sentirmi come se dei vermi mi strisciassero in
gola e scarafaggi affamati mi percorressero le gambe e il ventre» [p. 38]. Alla
morte del vecchio Nadia si crederà libera, ma si scoprirà sempre costretta dai
vincoli delle convenienze sociali. Scritto fra il 2004 ed il 2005, il romanzo
scorre, ma lo stile dalla pesante aggettivazione – quasi barocca – fa sentire
l’origine mediorientale della scrittrice: eppure la scelta di una lingua
letteraria non fa di questa una storia leggera. Laila al-Uthman è una
sessantasettenne kuwaitiana che ha sempre scritto – e descritto – con coraggio,
in saggi e storie dure, anche dolorose, dello scottante tabù della condizione
della donna nel proprio Paese. L’autrice è una donna combattente, che ha
affrontato il tribunale per oltraggio alla religione e che ha lottato come una
suffragetta per il diritto di voto delle donne del suo Paese. In egual misura
lotta Nadia per affermare il suo diritto di autodeterminazione; nel suo dialogo
interiore lei si chiede: «Ma le farfalle erano state create senza voce? Ero
forse destinata a sperimentare in questo palazzo il silenzio delle farfalle?»
[p. 43]: la rabbia che sorge spontanea in risposta le darà la forza di
sopravvivere.
Eloisia Tiziana Sparacino
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