Leonardo Sciascia
e Giuseppe Leone, La contea di Modica, Palermo, Edizioni di Passaggio, 2009, 152 pp.,
ISBN 978-88-903703-5-9.
Nel 1983 la casa editrice Electa pubblica un’opera che
narra del cuore della Sicilia, la contea di Modica del titolo appunto, per metà
facendola spiegare da Leonardo Sciascia, e per metà facendola fotografare da
Giuseppe Leone. Questo volume è la sua riedizione del 2009, in occasione del
ventennale della morte di Sciascia, con l’aggiunta di altre foto, una nuova
veste grafica e una nota di Vincenzo Consolo, altro grande intellettuale
siciliano amico di Sciascia.
L’opera che ne è risultata è un bel testo, perlopiù
illustrato, che mostra come di base l’essenza della contea è immutata (-bile) –
in una sfera quasi atemporale e astratta – nel trascorrere di più di mezzo
secolo, dagli anni Cinquanta del Novecento al Duemila. Gli scatti sono quasi
sempre in bianco e nero, alternano paesaggi, bambini in gioco, lavoratori nei
campi, ambulanti, processioni religiose di Modica, Ispica, Pozzallo, Ragusa,
Vittoria, Chiaramonte Gulfi. Non c’è una sequenza temporale o un raggruppamento
tematico, in un flusso di microstorie quotidiane raccontate discretamente,
senza giudicare, quasi in punta di piedi. Non vi sono didascalie: sotto ogni
foto solo un rigo con il paese ritratto e l’anno.
Sciascia nel suo breve saggio spiega come questa,
nella definizione siciliana, sia la cosiddetta ‘Sicilia babba’, notando la «curiosa contraddizione: di considerare
stupida, e particolarmente stupida, questa parte della Sicilia di cui
contemporaneamente si riconosce e si esalta la tranquillità del vivere, il
benessere, l’eccellenza dei prodotti. Evidentemente, una sorta di masochismo
presiede a un così contraddittorio giudizio» [p. 11].
Il volume si apre con lo scritto di Consolo La contea di Modica. Una nota [pp.
7-10], datato 2009; segue il saggio di Sciascia La contea di Modica [pp. 11-22] del 1983, e quindi le Tavole di Leone [pp. 23-138].
In chiusura sono tradotti in inglese i due testi di
Consolo [pp. 139-140] e Sciascia [pp. 141-149].
Si consiglia l’acquisto di questo libro non per il suo
valore esornativo, ma perché le fotografie, ancor più dei testi, raccontano
tante storie e forniscono spunti di riflessione.
Eloisia Tiziana Sparacino
Dono dell'editore |
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