Marina Comei, La fabbrica degli abiti. Cesare Contegiacomo
e la sua impresa 1905-1985, Roma-Bari, Laterza, 2012, 131 pp., ill., ISBN
978-88-420-9938-3.
Fare storia di impresa nel Mezzogiorno può sembrare ancora oggi,
nell'immaginario collettivo, un ossimoro o storia di folli cattedrali nel
deserto, quando invece bisognerebbe conoscere meglio il territorio meridionale,
ridotto troppo spesso a un unico grande blocco informe e connotato da marchi
come il clientelismo, il malaffare, la mancanza di un tessuto industriale, che
sono più il frutto di una comodità narrativa per il grande pubblico dei media e
della politica da talk-show.
Nell'Introduzione [pp. V-VIII]
al libro di Marina Comei, docente di storia economica presso l'Università di
Bari, è richiamata all'attenzione la "geografia dello sviluppo
economico", quale strumento per comprendere le specificità di una città o
di regioni che hanno storie di rilevante crescita economica oppure di
marginalità, affinché si possa capire quali siano i meccanismi di sviluppo e
crescita in un territorio.
La fabbrica degli abiti non è un manuale di geografia dello
sviluppo economico, bensì il risultato di una ricerca fatta negli archivi (da
quello di famiglia a quello dell'azienda Contegiacomo presso l'Archivio di
Stato di Bari, solo per citarne due tra i più importanti), che trova il suo
esito in questo libro e nel racconto della storia dell'azienda di Cesare
Contegiacomo, sorta a Putignano nel 1905. Una storia che parte proprio dalla
conoscenza del territorio e non da schemi polarizzati e definiti.
Cesare Contegiacomo crea un'azienda di confezioni in Puglia, territorio
vivace, volto al commercio e alla manifattura. Un'azienda, all'inizio a
conduzione familiare, che nella sua storia, lunga ben 80 anni (è, infatti, del
1985 la dichiarazione di fallimento), acquisisce un forte significato sociale
all'interno della comunità putignanese.
L'impresa vive momenti cruciali della storia italiana del XX secolo, come
le guerre mondiali, il colonialismo italiano e l'apertura di nuovi mercati, il
dopoguerra, il boom economico degli anni Sessanta e la crisi degli anni
Settanta, da cui l'azienda però non riesce più a risollevarsi.
È una storia d'impresa che non può non evidenziare gli effetti sociali
che un'attività produttiva ha sul territorio, soprattutto se si considerano
aspetti interessanti come gli alti livelli di occupazione in fabbrica in un
territorio in cui prevale l'industria a
domicilio nel settore tessile, o dell'indotto che si sviluppa.
Il libro fornisce, attraverso la narrazione di tutte le fasi della vita
dell'azienda di Cesare Contegiacomo, numerosi spunti di riflessione che possono
essere punto di partenza per ulteriori ricerche, considerata la mancanza di una
vera e propria "tradizione" di studi storici sull'impresa.
Il libro, corredato da una raffinata selezione di fotografie della storia
dell'impresa (e – a mio avviso – anche di un'Italia che fu), riporta delle
interessanti Appendici [pp. 94-128]
con l'Intervista a Cesare Contegiacomo [pp.
95-102], nipote del Cesare Contegiacomo fondatore dell'azienda, a cura di
Pietro Sisto, e la fotoriproduzione di alcuni Documenti [pp. 103-128] della storia della fabbrica degli abiti. A seguire una Bibliografia essenziale sull'argomento [pp. 129-132].
Piero Canale
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