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martedì 5 novembre 2013

L'ombra del vento

Carlos Ruiz Zafón, L’ombra del vento, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2004, 439 pp. ISBN 88-04-52733-1.

Barcellona 1945, Daniel Sempere, protagonista del romanzo, viene portato dal padre al Cimitero dei Libri Dimenticati – antica e immensa libreria che raccoglie tutti i libri di cui nessuno ha più memoria – e da questi invitato a sceglierne uno. È qui che ha inizio la storia, Daniel sceglierà (o sarà il libro a scegliere lui?) L’Ombra del Vento, libro sconosciuto del più ancora sconosciuto autore Julian Carax, e da questo momento la vita di Daniel verrà sconvolta da una serie di eventi che lo cambieranno come ragazzo prima, e come uomo poi.
L’ombra del vento di Zafón ha rappresentato un piccolo caso editoriale: pubblicato nel 2001, inizialmente passato sotto traccia, ha visto crescere la sua notorietà grazie al passaparola dei lettori, che lo hanno portato ad essere uno dei libri più letti degli ultimi anni… ma viene da chiedersi perché? Magari avevano ragione i lettori nel 2001 ad ignorarlo; per carità il libro è ben scritto, i personaggi sono ben delineati, ma la storia non decolla mai, non ci sono mai spunti che ti fanno ritardare l’ora di cena di 20 minuti pur di continuare a leggere. Il romanzo si muove fra tanti generi (è romantico, è avventuroso, è giallo, è anche horror) ha tanti intrecci, tante sottotrame, ma spesso si perde nella banalità e nella prevedibilità (come ad esempio il parallelismo tra la vita di Daniel Sempere e quella di Julian Carax); pochi, pochissimi i veri sussulti coinvolgenti e nessun finale a sorpresa, tutto scorre al suo posto per come ci si immagina. Al romanzo fa da sfondo una Barcellona cupa e piovosa manco fosse Londra.
La sensazione che si ha alla fine è che tanto clamore attorno a certi libri derivi, più che altro, da una certa mania modaiola che nulla ha a che vedere con il valore intrinseco del prodotto libro.

Alberto Capizzi




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