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mercoledì 5 giugno 2013

Indignatevi!



Stéphane Hessel, Indignatevi!, Torino, Add Editore, 2011, pp. 61, ISBN 978-8896873-25-0.

Gli eredi del Consiglio Nazionale della Resistenza [organismo nato durante la seconda guerra mondiale con l’obiettivo preciso di stilare un programma di governo in previsione della liberazione della Francia dal nazismo ndr] non avrebbero avallato le attuali politiche xenofobe e razziste nei confronti dei sans-papiers, le espulsioni, gli attacchi allo Stato sociale. Ne è certo Stéphane Hessel che, tramite questo breve libretto, ha voluto affidare alle generazioni del XXI secolo,  le sue più importanti riflessioni sull’attualità e sul mondo contemporaneo. Riflessioni che oggi, a pochi mesi dalla sua scomparsa, risultano un prezioso testamento spirituale.
Quando i nostri politici ci dicono che non ci sono abbastanza risorse per le politiche sociali volte a tutelare i cittadini più deboli, mentono – dice Hessel – perché dalla Liberazione ad oggi «la produzione di ricchezza è considerevolmente aumentata» (p. 9). Piuttosto è la società del «sempre di più» (p. 13), della privatizzazione, della produttività e del consumo ad ogni costo a ledere i diritti umani nel nome di una competitività ogni giorno più spietata e disumana.
Manca ai giovani del nuovo millennio, l’indignazione che ha contraddistinto tutte le azioni più importanti dei giovani della generazione di Hessel. Questa assenza di rabbia e la rassegnazione che ne consegue, sono due facce della stessa medaglia: l’immobilismo, l’incapacità di incidere nei processi e di determinare il cambiamento, perché «quando qualcosa ci indigna […] allora diventiamo militanti, forti e impegnati» (p. 10). L’autore accenna al suo percorso di vita, alle letture che l’hanno formato – il pensiero libertario di Sartre, le opere di Hegel e Benjamin – regalandoci delle sintesi preziose e molto incisive del pensiero dei filosofi più importanti che ha avuto modo di studiare e approfondire nell’arco della sua lunga vita.
Oggi come ieri, la capacità di indignarsi produce quell’impegno indispensabile a combattere alcuni dei mali peggiori del mondo postmoderno: il divario sempre più forte tra ricchi e poveri e l’emancipazione dai totalitarismi. Lo sapeva bene Hessel che – tra l’altro – aveva contribuito, insieme con Eleanor Roosevelt, John Peters Humphrey e Charles Malik, alla stesura della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, adottata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948 a Parigi: i diritti universali devono essere rispettati dagli Stati membri dell’ONU e nessuno può rifugiarsi dietro l’alibi della piena sovranità per eludere i principi fondamentali del rispetto dell’individuo.
Ispirandosi al contenuto di quella Dichiarazione, Hessel non può che condannare la politica israeliana nei confronti dei palestinesi. Tacciato di antisemitismo dal «Bureau National de Vigilance Contre l’Antisémitisme» – accusa che Hessel ha peraltro sempre respinto fermamente ricordando le sue origini ebraiche per parte di padre – ha conosciuto di persona i campi profughi dei palestinesi cacciati dalle loro terre, ma anche Gaza che ha definito fermamente «una prigione a cielo aperto» (p. 21). Pur non giustificando Hamas, Hessel ci invita ad una riflessione più complessa sulla violenza che, spesso, non è altro che l’esito di situazioni disumane, impossibili da tollerare. Il terrorismo diventa dunque una forma di «esasperazione» che annulla ogni speranza. Non si tratta di perdonare i terroristi ma di comprenderli. Perfino Sartre – pur avendo in tante occasioni riflettuto su come l’unico modo per porre fine alla violenza fosse il ricorso alla violenza stessa – alla fine della propria vita arriverà «a interrogarsi sul senso del terrorismo e a dubitare della sua ragion d’essere» (p. 25). La speranza deve necessariamente ritornare ad essere la vera protagonista del cambiamento e la non-violenza la migliore strada percorribile sia da parte degli oppressi che da parte degli oppressori. Per intraprendere questo cammino verso un futuro migliore è necessario il rispetto assoluto dei diritti umani la cui violazione deve suscitare sdegno e reazione nelle nuove generazioni.
Indignatevi! È diventato così il manifesto di un’epoca buia, un invito ad alzarsi, combattere e denunciare ogni qualvolta ci si trova dinanzi a un’ingiustizia. Tradotto in 30 lingue e venduto in 4,5 milioni di copie quest’opera ha ispirato il movimento degli Indignados d’Europa e America.
Il testo contiene anche – per scelta dell’editore – due appendici molto importanti: l’Appello dei Resistenti alle giovani generazioni dell’8 marzo 2004 (pp. 43-47) di cui Hessel è uno dei firmatari e La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (pp. 48-61).

Alessandra Mangano


http://www.flaneri.com/fileblog/indignatevi_2.jpg

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