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mercoledì 5 giugno 2013

L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello



Oliver Sacks, L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello, Milano, Adelphi, 2001, 318 pp., (Gli Adelphi, 190), ISBN 9788845916250.

La mente è un universo. Il dolore è un universo. Attraverso la mente e il suo dolore è possibile scoprire l'anima imperscrutabile e la sua molteplicità. L'uomo non è solo memoria, sinapsi e processi neuronali. C'è dell'altro.
Non sono un medico e poco conosco della mente e dei suoi arcani meccanismi, quindi mi ritengo il meno adatto a esprimere un parere su questo libro.
Oliver Sacks è un medico, un neurologo credo, che annota le sue esperienze e le sue riflessioni generate dal contatto con i pazienti. Non si tratta di un romanzo, bensì di un diario vero e proprio, che racconta fatti realmente accaduti. Conosco tuttavia niente dell'autore-medico, ma quello che le pagine di questo libro narrano è l'umanità, la pazienza e l'amore verso i pazienti. Spesso abbiamo un'idea infida dei medici. Forse conoscere un medico come Oliver Sacks, ci aiuterebbe a cambiare idea.
Non voglio (o meglio non posso) addentrarmi sulle anamnesi e sui pareri medici, ma voglio di certo tenera a mente le anime dei pazienti del dottor Sacks.
In queste pagine nessun malato è lasciato solo o abbandonato o deriso. Ognuno è accettato con la dignità di essere umano che tutti meritano, pur rispettando la natura e le peculiarità di ciascun protagonista.
Ogni episodio narrato è una scomposizione e rappresenta, a mio avviso, un aspetto fondamentale di qualsiasi persona. Tutto ci riguarda, tutto ci forma.
Qualcuno un tempo mi disse che l'anima è come un albergo fatto di stanze vuote. Bisogna riempirle di ospiti, affinché l'incuria e la vacanza non rovinino per sempre la struttura. Le stanze di quest'albergo sono rivolte ai personaggi che incontriamo nella lettura. Essi, nei momenti di sconforto, saranno i nostri migliori e autentici amici e consolatori e consiglieri. Credo che alcune di queste stanze spettino di diritto ai pazienti del dottor Sacks, ai "Gemelli", a Josè, a Martin, a Rebecca, a Ray, al dottor P., a Jimmie, a Natasha K., a Bhagawhandi e agli altri. Uomini e donne dall'anima profonda, capaci di insegnare a vivere nonostante la loro esistenza sia difficile e la loro forza vitale sia per certi versi inspiegabile.

Piero Canale


http://www.temperamente.it/wp-content/uploads/2011/07/14Sacks.jpg

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