Giusto Catania, A lezione di antirazzismo. Elogio della scuola indisciplinata
interculturale e di frontiera, Palermo, Istituto Poligrafico Europeo, 2014,
151 pp. (Le opinioni, 13), ISBN 978-88-96251-43-0.
Molte
volte un gesto accidentale o una parola pronunciata senza la giusta accortezza
possono spalancare le porte di un sostrato culturale fortemente razzista.
L’altro, il diverso è sempre stato oggetto di discriminazioni e di ingiustizie solo
perché latore di tradizioni culturali ritenute “inferiori” dal popolo
culturalmente egemone. Questo interessante volume di Giusto Catania, dirigente
scolastico di un istituto comprensivo e dottore in Pedagogia e Didattica
interculturale, vuole invece mettere in evidenza l’importanza del melting pot e del ruolo fondamentale che
la scuola ricopre nella sua costituzione.
La
trattazione prende le mosse dall’analisi del termine integrazione, con il quale si suole indicare il processo di
cooptazione degli studenti “stranieri” all’interno della comunità locale. L’autore
crede che questo concetto “rischia di essere dannoso poiché è – per sua natura
– proteso ad avviare percorsi tendenti all’assimilazione, alla lenta e
inesorabile eliminazione delle culture ospitate” [p. 10]. La scuola ha invece
il compito di ridefinire il concetto di ospitalità: come, quando si invita
qualcuno a casa propria a cena, si cerca di andare incontro ai gusti degli
invitati, allo stesso modo si deve tenere conto delle esigenze di tutti,
diversificando l’offerta formativa secondo le esigenze personali, garantendo a
tutti la possibilità di partecipare a un percorso formativo in sinergia con
tutti gli altri compagni di classe.
Il
percorso continua con una disamina delle iniziative ministeriali in prospettiva
interculturale che in questi vent’anni hanno visto la luce, ma che – purtroppo
- non sono state condivise dal corpo dei docenti e dei dirigenti. Ci troviamo
quindi tanti anni indietro rispetto ad altre regioni europee, che contano
intere generazioni formate sui valori dell’antirazzismo e dell’intercultura.
Concetto
di grande interesse del testo è la convinzione della necessità
dell’immigrazione come fattore di crescita sociale ed economica, ma anche dal
punto di vista culturale.
Un
capitolo interessantissimo è quello intitolato Antologia di scrittori italiani, anzi italianissimi, in cui
l’autore palesa la necessità, per una scuola che deve formare elementi di una
società interculturale, di “adeguare gli strumenti agli obiettivi” [p. 123]:
propone di abbandonare per un mese Dante o Manzoni, per concentrarci alla
conoscenza di autori contemporanei stranieri, ma che hanno deciso di scrivere
nella nostra lingua. Tra gli autori passati in rassegna troviamo Amara Lakhous,
Igiaba Scego e Randa Ghazy.
Il
testo si conclude con i Ringraziamenti
[p. 147] e un utilissimo Indice dei nomi
[p. 149].
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