Andrea Camilleri,
Voi non sapete. Gli amici, i nemici, la
mafia, il mondo nei pizzini di Bernardo Provenzano, Milano, Mondadori,
2007, 212 pp., ISBN 978-88-04-58587-9.
Bernardo Provenzano, tristemente noto per essere stato un sanguinoso boss
mafioso siciliano, dalla sua pluridecennale latitanza usava comunicare con dei
bigliettini cartacei, manoscritti o dattiloscritti, che consegnava a uomini di
sua fiducia e che dovevano poi essere recapitati al destinatario per informarlo
in maniera “riservata”. Questo volume è una sorta di “dizionario” in cui sono
raccolti le voci e i temi che ricorrono più spesso nei famosi “pizzini” di
Provenzano, tracciando così un codice linguistico anomalo che diviene idioma a
tutti gli effetti.
In ordine alfabetico vengono proposti i temi di cui parlava il latitante.
Per fare alcuni esempi: gli «Affari» (p. 9), il «Comando» (p. 50), la
«Famiglia» (p. 70), la «Magistratura» (p. 101), la «Religiosità» (p. 151),
l’«Umiltà» (p. 190), e molto altro ancora.
A pagina 40 viene esposto il tema della «Bibbia». Provenzano aveva una
copia della Bibbia delle Edizioni Paoline. A giudicare dallo stato in cui
versava l’oggetto al momento del ritrovamento e dalle numerose sottolineature
che conteneva, possiamo supporre che dovesse essere oggetto di consultazione
quotidiana da parte del boss. La prima sottolineatura si trova già
nell’introduzione al volume: «La perseveranza nella pratica del bene» (p. 40).
In un pizzino Provenzano scrive: «Preghiamo il Nostro buon Dio, che ci guidi, a
fare opere Buone. E per tutti» (p. 40). Ovviamente è chiaro che la perseveranza
cui fa riferimento Provenzano è quella volta ad arricchire sempre più di potere
e denaro la mafia. Provenzano era anche chiamato, all’interno di Cosa Nostra,
“’u Raggiuneri”. Non a caso, nella sua Bibbia, il testo più letto e
sottolineato tra quelli che compongono il Vecchio Testamento è il libro dei
Numeri.
Questa volta Andrea Camilleri – scrittore siciliano noto soprattutto per i
suoi racconti sulle vicende del Commissario
Montalbano (ma non solo) – ha deciso di occuparsi del tema della mafia.
Quando le carte del boss sono state rese pubbliche, all’autore si è offerta
un’opportunità imperdibile: da uomo e intellettuale di cultura siciliana,
sapeva benissimo che da quei testi si potevano ricavare preziosissime
informazioni di carattere linguistico, antropologico, religioso, sociale, tali
da costituire, per chi sapeva comprenderli, una chiave di lettura curiosa e
anomala.
Ne viene fuori un libro ironico e amaro allo stesso tempo, una sorta di guida
che, voce per voce, ci svela l’alfabeto con cui uno dei boss più spietati di
Cosa nostra ha saputo parlare per più di quarant’anni alla sua organizzazione
(e non solo), mostrandoci infine come nella banalità di parole apparentemente
comuni possa nascondersi la freddezza del male.
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