Rainer Maria Rilke, I sonetti a Orfeo, a cura di Franco Rella, Milano, Feltrinelli, 1991, 176
pp. (I Classici Universali Economica Feltrinelli), ISBN 978-88-07-82025-0.
Le liriche di Rilke sono un vero e proprio tempio orfico.
La lettura di questi sonetti è una continua catabasi nel mondo dei morti.
Un autentico e duro viaggio nelle ragioni più profonde del mutamento: il
mutamento che è nello stesso tempo vita, morte e rinascita. Un ciclo perpetuo
si compie tra i versi di questi sonetti, che invocano la riverenza panica verso
i riti orfici, verso le danze sacre, i profumi e le nebbie. Nulla è più.
La lettura di quest'opera inebria, soffoca e stordisce: troppo dolci
risultano i nettari dei ricordi di una gioventù effimera e di un qualcosa
"per ciò che non fu mai"; troppo spinte sono le fragranze
germoglianti dai fiori che adornano la lira di Orfeo e del poeta; troppo
incalzanti suonano i tamburi, che segnano il ritmo della metamorfosi, che il
poeta cerca di catturare, ma che continuamente sfugge.
Ne I sonetti a Orfeo molto
sfugge al lettore, i testi sono complessi quanto l'architettura dell'opera. Un
vero tempio a Orfeo, dio del mutamento.
Lorenzo Cusimano
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