Pippo Lo Cascio, Scale neviere trazzere. Le vie storiche di
comunicazione, commerci ed economie della provincia palermitana, tra i secoli
XIV-XIX, prefazione di Tommaso Romano.
Palermo, ISSPE, 2012, 220 pp.
La ricerca documentaria può dare buoni frutti anche al di fuori dello
stretto ambito universitario. A riprova di ciò è questo volume, una ricerca
documentaria – condotta con cura da un ricercatore ‘indipendente’ – sulla
topografia e sulla toponomastica della Sicilia storica. Per una Sicilia che
sembra aver perso il suo rapporto con la Natura, la ricostruzione e il
riconoscimento di luoghi oggi dimenticati o non più identificabili nella
provincia palermitana è stata condotta presso archivi storici comunali, di
Stato e diocesani, in più consultando fondi manoscritti di biblioteche, archivi
amministrativi e giornali regionali e del Sud Italia (Termini Imerese, Palermo,
Trapani, Salerno, Pescara, Monreale).
Lo Cascio ci porta all’approfondimento di tutta la struttura dei
collegamenti viari a partire dalla fitta trama delle trazzere borboniche, spiegando le vie commerciali e i particolari
veicoli impiegati, fra Trecento e Ottocento, anche scendendo nel dettaglio
della terminologia locale o amministrativa. Particolare è l’approfondimento
delle neviere, buche per la
conservazione della neve che veniva rivenduta in estate. Una risorsa economica
poco studiata, ma attorno alla quale si sviluppavano interessi anche
consistenti, per un commercio che giungeva fino a Roma e Malta: nel libro sono
presenti le trascrizioni di numerosi documenti che ne legiferavano o ne
regolavano l’uso, oltre ad attestarne la forte presenza nella cultura popolare.
Dopo Prefazione, Ringraziamento ed Elenco abbreviazioni, il primo capitolo è La viabilità oltre la cortina montuosa della Conca d’Oro: il
superamento dei Monti Billiemi, Cuccio e Grifone [pp. 11-72], dove si parla
appunto di ‘scale’ e ‘portelle’, ma anche di ‘sedie volanti’, carrozze, muli e
bardotti. Il secondo capitolo, Le neviere
[pp. 73-120] approfondisce la forma e la localizzazione di queste strutture,
anche approfondendo la tecnica e gli attrezzi con cui esse funzionavano. Il
terzo capitolo, La memoria [pp.
121-150], è una raccolta di indovinelli e proverbi siciliani sulla neve,
ricette di sorbetti, notizie sul culto della Madonna della Neve, e analisi
dell’attuale stato di conservazione di scale, portelle e neviere nel territorio
palermitano. Il quarto capitolo sono Le
schede delle neviere della provincia palermitana [pp. 151-176], corredato
da un glossario dedicato. In appendice, infine, I documenti [pp. 177-212] e la ricca Bibliografia [pp. 213- 220].
Consiglio questo libro non solo agli studiosi, perché copre una lacuna
nello studio del territorio provinciale, ma anche ai semplici curiosi della
storia locale, perché comunque molto scorrevole e di piacevole lettura.
Eloisia Tiziana Sparacino
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