Agatha Christie, Il Natale di Poirot, Milano, Mondadori,
2009, 209 pp., (Oscar narrativa, 1475), ISBN 978-88-04-51010-9.
A Natale, persone che non hanno alcuna voglia di essere amabili fanno uno sforzo per apparirlo… C'è in loro molta ipocrisia, a Natale, onorevole ipocrisia, senza dubbio, ipocrisia "pour le bon motif", ma sempre ipocrisia. E lo sforzo per essere buoni e amabili crea un malessere che può riuscire in definitiva pericoloso. Chiudete le valvole di sicurezza del vostro contegno e presto o tardi la caldaia scoppierà provocando un disastro.
È un Natale speciale a Gorston Hall: l'anziano e ormai invalido patriarca
Simeon, ha, infatti, deciso di riunire intorno a sé l'intera famiglia. Così
nella grande casa di Longdale, si ritrovano, dopo vent'anni, i quattro fratelli
Lee: il devoto Alfred che, con la moglie Lydia, vive da sempre al fianco
dell'adorato ma ingrato padre; il deputato George con la giovanissima consorte
Maude, tanto avidi quanto bisognosi di denaro; il fragile David, convinto dalla
saggia moglie Hilda a seppellire l'ascia di guerra nei confronti di quel padre,
a suo dire, colpevole della prematura scomparsa della madre; e perfino Harry,
figliol prodigo di cui nessuno pare sentir la mancanza. A completare il poco
idilliaco quadretto familiare, si aggiungono, inaspettatamente, la spagnola
Pilar Estravados, unica nipote di Simeon, appena giunta in Inghilterra su
invito del nonno; e il giovane Stephen Farr, figlio dell'ex socio di Lee, di
ritorno dal Sud Africa. Inevitabile che in una simile rimpatriata i vecchi
dissapori tornino a galla, e se a gettare benzina sul fuoco ci si mette lo
stesso padrone di casa, non deve sorprendere che, presto o tardi, ci scappi il
morto...
Il binomio Natale-delitto è uno dei cliché più tradizionali, nonché più
efficaci della letteratura gialla, e quando a servirsene è, come in questo
caso, una maestra del genere come Agatha Christie, il successo è garantito. La
cornice domestica cattura fin dal principio: ci ritroviamo in un'elegante
dimora, a pochi giorni dal Natale, testimoni delle tante controversie familiari
che, sotto una parvenza di educata cortesia, avvelenano i rapporti tra i membri
di una famiglia dell'upper-class,
accomunati dall'incapacità di dimenticare le offese, e dal risentimento verso
il dispotico genitore, nelle cui mani - particolare non da poco - sono
saldamente stretti i cordoni della borsa. Il romanzo, narrato con stile
asciutto e tipica ironia inglese, si legge tutto d'un fiato, e coinvolge
soprattutto grazie all'accurata caratterizzazione psicologica dei personaggi,
che, accanto a Poirot, impariamo a conoscere poco alla volta. Del resto, come
giustamente osserva lo stesso investigatore belga, il più delle volte la chiave
del mistero sta proprio nella personalità della vittima e dei potenziali
assassini. Ed è così che, tra l'osservazione di dettagli solo apparentemente
casuali, acute ed inquietanti citazioni shakespeariane, e inaspettate
rivelazioni, prende corpo un giallo puramente deduttivo, e perfettamente
congegnato, in cui il lettore, divertendosi senza mai incorrere in veri
turbamenti, partecipa attivamente alla storia, nel tentativo di risolvere il
mistero prima dell'irriducibile Poirot. Tentativo decisamente vano, in verità,
specialmente a fronte degli insospettabili segreti che vengono alla luce nel
corso delle pagine, fondendosi in un racconto dalla struttura tanto semplice
quanto sorprendente, in cui a far la differenza è la prospettiva secondo cui si
guarda alle cose.
Un romanzo perfetto con cui intrattenersi in una serata di festa, e riscoprire, per qualche ora, il piacere puro e genuino del buon vecchio giallo d'epoca.
Un romanzo perfetto con cui intrattenersi in una serata di festa, e riscoprire, per qualche ora, il piacere puro e genuino del buon vecchio giallo d'epoca.
Alice S.
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