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martedì 2 giugno 2015

Il Natale di Poirot

Agatha Christie, Il Natale di Poirot, Milano, Mondadori, 2009, 209 pp., (Oscar narrativa, 1475), ISBN 978-88-04-51010-9.

A Natale, persone che non hanno alcuna voglia di essere amabili fanno uno sforzo per apparirlo… C'è in loro molta ipocrisia, a Natale, onorevole ipocrisia, senza dubbio, ipocrisia "pour le bon motif", ma sempre ipocrisia. E lo sforzo per essere buoni e amabili crea un malessere che può riuscire in definitiva pericoloso. Chiudete le valvole di sicurezza del vostro contegno e presto o tardi la caldaia scoppierà provocando un disastro.

È un Natale speciale a Gorston Hall: l'anziano e ormai invalido patriarca Simeon, ha, infatti, deciso di riunire intorno a sé l'intera famiglia. Così nella grande casa di Longdale, si ritrovano, dopo vent'anni, i quattro fratelli Lee: il devoto Alfred che, con la moglie Lydia, vive da sempre al fianco dell'adorato ma ingrato padre; il deputato George con la giovanissima consorte Maude, tanto avidi quanto bisognosi di denaro; il fragile David, convinto dalla saggia moglie Hilda a seppellire l'ascia di guerra nei confronti di quel padre, a suo dire, colpevole della prematura scomparsa della madre; e perfino Harry, figliol prodigo di cui nessuno pare sentir la mancanza. A completare il poco idilliaco quadretto familiare, si aggiungono, inaspettatamente, la spagnola Pilar Estravados, unica nipote di Simeon, appena giunta in Inghilterra su invito del nonno; e il giovane Stephen Farr, figlio dell'ex socio di Lee, di ritorno dal Sud Africa. Inevitabile che in una simile rimpatriata i vecchi dissapori tornino a galla, e se a gettare benzina sul fuoco ci si mette lo stesso padrone di casa, non deve sorprendere che, presto o tardi, ci scappi il morto...
Il binomio Natale-delitto è uno dei cliché più tradizionali, nonché più efficaci della letteratura gialla, e quando a servirsene è, come in questo caso, una maestra del genere come Agatha Christie, il successo è garantito. La cornice domestica cattura fin dal principio: ci ritroviamo in un'elegante dimora, a pochi giorni dal Natale, testimoni delle tante controversie familiari che, sotto una parvenza di educata cortesia, avvelenano i rapporti tra i membri di una famiglia dell'upper-class, accomunati dall'incapacità di dimenticare le offese, e dal risentimento verso il dispotico genitore, nelle cui mani - particolare non da poco - sono saldamente stretti i cordoni della borsa. Il romanzo, narrato con stile asciutto e tipica ironia inglese, si legge tutto d'un fiato, e coinvolge soprattutto grazie all'accurata caratterizzazione psicologica dei personaggi, che, accanto a Poirot, impariamo a conoscere poco alla volta. Del resto, come giustamente osserva lo stesso investigatore belga, il più delle volte la chiave del mistero sta proprio nella personalità della vittima e dei potenziali assassini. Ed è così che, tra l'osservazione di dettagli solo apparentemente casuali, acute ed inquietanti citazioni shakespeariane, e inaspettate rivelazioni, prende corpo un giallo puramente deduttivo, e perfettamente congegnato, in cui il lettore, divertendosi senza mai incorrere in veri turbamenti, partecipa attivamente alla storia, nel tentativo di risolvere il mistero prima dell'irriducibile Poirot. Tentativo decisamente vano, in verità, specialmente a fronte degli insospettabili segreti che vengono alla luce nel corso delle pagine, fondendosi in un racconto dalla struttura tanto semplice quanto sorprendente, in cui a far la differenza è la prospettiva secondo cui si guarda alle cose.
Un romanzo perfetto con cui intrattenersi in una serata di festa, e riscoprire, per qualche ora, il piacere puro e genuino del buon vecchio giallo d'epoca.


Alice S.



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