Giuseppe
Micciché, Gutenberg in periferia. L’arte della stampa nei comuni iblei,
Ragusa, Centro Studi “Feliciano Rossitto”, 1996, 93 pp.
Gli
studi sull’attività editoriale e tipografica in Sicilia, dalle origini ai
giorni nostri, risultano numericamente limitati. Il vuoto risulta ancor più
grave relativamente ai comuni iblei. Questo lavoro, pur’essendo “datato”, può
risultare molto utile a chi si approccia a tali argomenti permettendo di
conoscere la capacità tecnica e l’elaborazione culturale – limitatamente al
campo editoriale-tipografico – dei comuni appartenenti alla provincia più a sud
d’Italia.
Fino alla caduta del regime borbonico, la
dipendenza di questo territorio da altre aree più progredite e meglio dotate fu
totale. Gli studiosi erano soliti stampare le proprie opere in tipografie di
Palermo, Messina e Catania.
Il saggio, dopo l’introduzione dello stesso autore,
è suddiviso in quattordici paragrafi: L’interscambio culturale nei secoli
XV-XVIII pp. 7-9; I primi autori iblei pp. 9- 13; Prime tipografie
nella Sicilia sud orientale pp. 13-17; All’indomani dell’Unità d’Italia
pp. 17-19; Un pioniere dell’arte tipografica pp. 19-23; Nuove
iniziative pp. 24-29; Un nuovo astro: la tipografia Piccitto e Antoci
pp. 29-31; Le tipografie Velardi, Lutri Secagno, Avolio pp. 31-39; Lo
sviluppo della tipografia Piccittoe Antoci pp. 39-44; Sullo scorcio del
XIX secolo pp. 44-50; La crisi della tipografia Piccitto e Antoci
pp. 50-56; Nel ‘900 pp. 56-60; La ripresa dopo l’alluvione pp.
60-66; Una positiva mobilità pp. 66-70. Chiudono lo scritto una piccola
bibliografia [p. 71] e un appendice con le stampe più rilevanti dei tipografi
iblei dal 1860 ai primi del ‘900 [pp. 73-92].
Anche se in ritardo rispetto al resto della
Sicilia, dall’Unità d’Italia in poi il quadro risulta abbastanza ricco. Dalle
notizie essenziali su La Porta e Nicotra, pionieri di un’attività assente in
area iblea, alle imprese dei Piccito e Antoci, i Velardi, ecc. in cinquant’anni
di lavoro è analizzata la produzione editoriale di centinaia di libri,
opuscoli, periodici, volantini e decine di incisioni e stampe.
Storia di uomini e di opere attraverso cui è
possibile conoscere un’espressione della capacità creativa e realizzatrice
della gente iblea.
Biagio
Bertino
Nessun commento:
Posta un commento