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giovedì 5 settembre 2013

Hotel



Mino Pica, Hotel. Camere di riflessione, Copertino, Lupo, 2013, 118 pp., ISBN 978-88-6667-090-2.

Un vecchio spiegava l'importanza della lettura con una similitudine. Egli diceva che l'anima è come un hotel con tante camere e che la lettura serve a riempire queste stanze. Abbiamo nella nostra anima camere, nelle quali possiamo dare ospitalità ad Alcesti, Alëša Karamazov, Tichon, Athos, la signora Bovary e a tutti gli altri personaggi incontriamo nella lettura.
Eppure dopo la lettura di Hotel. Camere di riflessione di Mino Pica (giornalista e scrittore), è chiaro che in questo albergo – che è l'anima – una stanza sia riservata a se stessi, un luogo più o meno grande (forse un semplice sgabuzzino). Un luogo dove nascondere il peggio o il meglio delle cianfrusaglie di se stessi. Scope, ramazze, paure, vizi, nuovi e vecchi difetti, inspiegabili irrazionalità dettate dalle circostanze, oppure solamente vecchie speranze. Vecchie, appunto: calpestate o semplicemente seccate al sole.
Non esistono motivi per leggere Hotel di Mino Pica e tuttavia non esistono nemmeno motivi per non leggerlo. Come dichiara l'autore: «pensiamo di essere indispensabili, brillanti e preziosi, ma siamo semplicemente unici» [p. 51]. Questo libro è quindi unico e preferisco evidenziare due caratteristiche della sua unicità: la prima è la buona dose di coraggio (ma anche di sfrontatezza e una stilla di amarezza), con cui l'autore riesce a esporre una serie di istantanee dell'esistenza umana odierna e della «apprensione continua di rincorrere ciò che consumiamo senza perché, ogni singolo giorno» [pp. 16-17]. E sono proprio il vivere di ogni giorno, la ricerca di un lavoro – «disoccupati a tempo indeterminato [...] interessati a qualsiasi lavoro [e una] lunga lista di rifiuti» [p. 41] –, le relazioni, il morbo della socialità in rete e l'apparire, a far diventare necessario questo soggiorno in Hotel per ritrovare se stessi, per riflettere sui giorni, forse più su quelli a venire che su quelli passati.
La seconda caratteristica è, forse, meno legata alla qualità della scrittura di Mino Pica, ma che di sicuro influisce notevolmente sulla capacità narrativa del romanzo. L'autore seleziona un elenco di brani musicali della scena indie e rock e associa un pezzo ad ogni capitolo del libro chiedendo espressamente di ascoltarlo durante la lettura. La scelta è molto azzeccata e l'accostamento suggestivo. Un espediente originale, inaugurato in parte con Cucina interiore (precedente lavoro dell'autore), e creativo sulla scia del multimediale fatto in casa, che è in grado di far scoprire tanta buona musica a chi magari non è un esperto del genere.
Una nuova lettura edita da Lupo, casa editrice salentina attiva ormai da più di vent'anni sempre alla ricerca di curiosità e sperimentazione.

Piero Canale



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