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sabato 5 aprile 2014

La fabbrica degli abiti

Marina Comei, La fabbrica degli abiti. Cesare Contegiacomo e la sua impresa 1905-1985, Roma-Bari, Laterza, 2012, 131 pp., ill., ISBN 978-88-420-9938-3.

Fare storia di impresa nel Mezzogiorno può sembrare ancora oggi, nell'immaginario collettivo, un ossimoro o storia di folli cattedrali nel deserto, quando invece bisognerebbe conoscere meglio il territorio meridionale, ridotto troppo spesso a un unico grande blocco informe e connotato da marchi come il clientelismo, il malaffare, la mancanza di un tessuto industriale, che sono più il frutto di una comodità narrativa per il grande pubblico dei media e della politica da talk-show.
Nell'Introduzione [pp. V-VIII] al libro di Marina Comei, docente di storia economica presso l'Università di Bari, è richiamata all'attenzione la "geografia dello sviluppo economico", quale strumento per comprendere le specificità di una città o di regioni che hanno storie di rilevante crescita economica oppure di marginalità, affinché si possa capire quali siano i meccanismi di sviluppo e crescita in un territorio.
La fabbrica degli abiti non è un manuale di geografia dello sviluppo economico, bensì il risultato di una ricerca fatta negli archivi (da quello di famiglia a quello dell'azienda Contegiacomo presso l'Archivio di Stato di Bari, solo per citarne due tra i più importanti), che trova il suo esito in questo libro e nel racconto della storia dell'azienda di Cesare Contegiacomo, sorta a Putignano nel 1905. Una storia che parte proprio dalla conoscenza del territorio e non da schemi polarizzati e definiti.
Cesare Contegiacomo crea un'azienda di confezioni in Puglia, territorio vivace, volto al commercio e alla manifattura. Un'azienda, all'inizio a conduzione familiare, che nella sua storia, lunga ben 80 anni (è, infatti, del 1985 la dichiarazione di fallimento), acquisisce un forte significato sociale all'interno della comunità putignanese.
L'impresa vive momenti cruciali della storia italiana del XX secolo, come le guerre mondiali, il colonialismo italiano e l'apertura di nuovi mercati, il dopoguerra, il boom economico degli anni Sessanta e la crisi degli anni Settanta, da cui l'azienda però non riesce più a risollevarsi.
È una storia d'impresa che non può non evidenziare gli effetti sociali che un'attività produttiva ha sul territorio, soprattutto se si considerano aspetti interessanti come gli alti livelli di occupazione in fabbrica in un territorio in cui prevale l'industria a domicilio nel settore tessile, o dell'indotto che si sviluppa.
Il libro fornisce, attraverso la narrazione di tutte le fasi della vita dell'azienda di Cesare Contegiacomo, numerosi spunti di riflessione che possono essere punto di partenza per ulteriori ricerche, considerata la mancanza di una vera e propria "tradizione" di studi storici sull'impresa.
Il libro, corredato da una raffinata selezione di fotografie della storia dell'impresa (e – a mio avviso – anche di un'Italia che fu), riporta delle interessanti Appendici [pp. 94-128] con l'Intervista a Cesare Contegiacomo [pp. 95-102], nipote del Cesare Contegiacomo fondatore dell'azienda, a cura di Pietro Sisto, e la fotoriproduzione di alcuni Documenti [pp. 103-128] della storia della fabbrica degli abiti. A seguire una Bibliografia essenziale sull'argomento [pp. 129-132].


Piero Canale



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