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martedì 5 febbraio 2013

Gutenberg in periferia. L’arte della stampa nei comuni iblei



Giuseppe Micciché, Gutenberg in periferia. L’arte della stampa nei comuni iblei, Ragusa, Centro Studi “Feliciano Rossitto”, 1996, 93 pp.

Gli studi sull’attività editoriale e tipografica in Sicilia, dalle origini ai giorni nostri, risultano numericamente limitati. Il vuoto risulta ancor più grave relativamente ai comuni iblei. Questo lavoro, pur’essendo “datato”, può risultare molto utile a chi si approccia a tali argomenti permettendo di conoscere la capacità tecnica e l’elaborazione culturale – limitatamente al campo editoriale-tipografico – dei comuni appartenenti alla provincia più a sud d’Italia.
Fino alla caduta del regime borbonico, la dipendenza di questo territorio da altre aree più progredite e meglio dotate fu totale. Gli studiosi erano soliti stampare le proprie opere in tipografie di Palermo, Messina e Catania.
Il saggio, dopo l’introduzione dello stesso autore, è suddiviso in quattordici paragrafi: L’interscambio culturale nei secoli XV-XVIII pp. 7-9; I primi autori iblei pp. 9- 13; Prime tipografie nella Sicilia sud orientale pp. 13-17; All’indomani dell’Unità d’Italia pp. 17-19; Un pioniere dell’arte tipografica pp. 19-23; Nuove iniziative pp. 24-29; Un nuovo astro: la tipografia Piccitto e Antoci pp. 29-31; Le tipografie Velardi, Lutri Secagno, Avolio pp. 31-39; Lo sviluppo della tipografia Piccittoe Antoci pp. 39-44; Sullo scorcio del XIX secolo pp. 44-50; La crisi della tipografia Piccitto e Antoci pp. 50-56; Nel ‘900 pp. 56-60; La ripresa dopo l’alluvione pp. 60-66; Una positiva mobilità pp. 66-70. Chiudono lo scritto una piccola bibliografia [p. 71] e un appendice con le stampe più rilevanti dei tipografi iblei dal 1860 ai primi del ‘900 [pp. 73-92].
Anche se in ritardo rispetto al resto della Sicilia, dall’Unità d’Italia in poi il quadro risulta abbastanza ricco. Dalle notizie essenziali su La Porta e Nicotra, pionieri di un’attività assente in area iblea, alle imprese dei Piccito e Antoci, i Velardi, ecc. in cinquant’anni di lavoro è analizzata la produzione editoriale di centinaia di libri, opuscoli, periodici, volantini e decine di incisioni e stampe.
Storia di uomini e di opere attraverso cui è possibile conoscere un’espressione della capacità creativa e realizzatrice della gente iblea.

Biagio Bertino


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