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giovedì 5 febbraio 2015

Ingannare il tempo

Mentre siamo lì ad aspettare l'autobus, Testa di mela dà fiato al suo sfintere orale:
“Che ne pensi di questa cosa dei marziani?”
Ora, di questa cosa dei marziani io non ne so niente, quindi gli chiedo:
“Di quali marziani parli?”
“Di quelli che battugliano la terra. Tutto il tempo in giro a battugliare la nostra terra”
“Capisco: dunque tu sei convinto che ci sono questi tipi verdi, con le loro supertecnologie tipo laser e astronavi, che partono da Marte – che manco l’acqua ci hanno trovato – per venire qua a … come dicevi?”
“A battugliare la terra”
“A pattugliare la terra, certo. Secondo te funziona così …”
Si gratta quella testa di mela glassata di brillantina, si strofina la mano sui jeans, ci pensa un attimo e mi fa:
“Io non ho detto che sono verdi, e manco che vengono da Marte”
“Come no? I marziani vengono da Marte, scemo, i saturnini da saturno, i venerei dalle fighe delle puttane...”
Ride. Non che l’abbia colta, almeno credo: basta il turpiloquio a farlo sganasciare.
“Ma no, ma no, dicevo marziani in senso generale!”
Glielo spiego:
“Si dice alieni o extraterrestri o esseri venuti dallo spazio”
“Gli esseri venuti dallo spazio”, mi fa, “hanno queste supertecnologie spaziali, come hai detto tu, no?, e si muovono un sacco in poco tempo, no?, e tu manco li vedi perché viaggiano alla vlshllalsh...”
“Che hai detto?”
Il fatto è che, mentre esponeva l’ultima parte del suo ragionamento, si strofinava una manica davanti alla bocca, sotto il naso ad essere precisi, per togliere il moccio che ne colava – che fa la stessa fine della brillantina – e quindi ciò che ha detto mi è giunto parecchio confuso.
“Allora”, mi fa, “questi vanno alla  velocità della luce e quindi sono molto veloci, tipo la lampadina, no?”
“Veloci quanto una lampadina?”
“Sì, cioè no, cioè: veloci quanto ci sta la lampadina ad accendersi dal momento in cui tu premi il pulsante”
“Ah!”
Stupefacente davvero: come ha fatto a esprimere un concetto così complicato? Il discorso rischia di prendere una bella piega…
“Lo capisci, quindi, no?, questi girano alla velocità della luce e tu non puoi vederli, nessuno può vederli, solo loro si autovedono perché sanno come fare!”
“Capisco”
“Poi si fermano un attimo dove sanno che nessuno li osserva, che è importante perché se li vedono magari succede un casino, no?, e studiano quello che fanno i  tizi sotto di loro - che saremmo noi! Ogni tanto, però, c’è un turista o un giornalista con la videocamera o uno che di solito fa il palo o un figlio di puttana fortunato, no?, e allora becca la navicella, che si chiama ufo, che allora vola via, veloce come un lampo, per non farsi idenficare, e allora nessuno sa più se c’era o non c’era. O meglio: lo sa, ma vallo a provare. Poi, perché ogni tanto si fermano, questo non lo so: alcuni dicono che rapiscono le persone, ma secondo me no, ci ho pensato un bel po’, e  penso che sia perché alla velocità della luce non vedrebbero un cazzo, no?, e allora sarebbero venuti senza motivo…”
“Ma hai detto che si autovedono
“Sì, ma loro stessi”
“Ah…”
“Eh!”
Ora, io non ci metterei la mano sul fuoco su quello che dice Testa di mela: è lo stesso che diceva che se un cavallo si chiama Donato non gli devi guardare in bocca o ti morde la faccia; e che, a proposito di bocche, se vieni dentro quella di una e lei ingoia, è probabile rimanga incinta. In merito agli alieni mi pare ferrato, però, quindi gli chiedo:
“Spiegami una cosa: perché questi curiosano tra i cazzi nostri? E perché stanno sempre in giro e non vengono mai giù?”
“Perché…”
“No, no, aspetta: cioè, perché questi con le loro supertecnologie non vengono a farci il culo e non si prendono questo mondo pieno di teste di cazzo come te o me che ti do retta?”
“Anche su questo ho riflettuto: diciamo che loro aspettano. Aspettano e aspettano, no?, e lo sai, quando aspetti troppo va a finire che poi ti piace aspettare; tipo quando devi conoscere una, ché hai paura che poi sia una frana… Lo stesso loro: se arrivano e qui non gli piace? Che fanno se arrivano e qui non gli piace? Se ne tornano a casa? Che gli vanno a dire ai loro amici? Che qui è una merda? Pensaci: tu torni da una vacanza che aspettavi da mesi e tutti lo sanno quanto l'aspettavi e dici L’albergo era una merda il mare un cesso c’erano solo vecchi che puzzavano di piscio? No: sei costretto a mentire. Cioè, loro non l’hanno ancora capito se ne vale la pena, no?, aspettano ancora di capirlo. Magari hanno pure preso accordi con qualcuno, tipo il papa o la cia o Putin, che ne so, mica te lo vengono a dire… Oppure manco questo: semplicemente aspettano e nel frattempo si raccontano storie su storie su di noi, ovviamente nella loro lingua, storie che fanno piangere o ridere o cacare: almeno c'ingannano il tempo, no?”
C'ingannano il tempo...
Sto per aprire bocca e dire non ricordo cosa, ma l'autobus arriva. Mi alzo e, senza manco salutarlo, salgo a bordo.


Dan Skorsky

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