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sabato 5 luglio 2014

Isola Nera. Galleria d’Arte Moderna di Palermo, 31 maggio 2014/ 1 settembre 2014

Fulvio Di Piazza, Isola Nera. Galleria d’Arte Moderna di Palermo, 31 maggio 2014/ 1 settembre 2014, Palermo, ArsMediterranea – Glifo Edizioni, 2014, [80] pp., ISBN 9788898741052.

Il catalogo è stato realizzato in occasione dell’esposizione dei dipinti di Fulvio Di Piazza, presso la Galleria d’Arte Moderna di Palermo.
Fulvio Di Piazza è un pittore siciliano, nato a Siracusa l’8 settembre 1969 e residente a Palermo, dove lavora; ha conseguito il diploma in pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Urbino nel 1993. Dopo una pausa di due anni, periodo che Fulvio Di Piazza ha dedicato interamente alla musica, è ritornato a dipingere. Ha esposto in numerose mostre, sia personali sia collettive, in Italia e all’Estero. Ultima è l’esposizione alla GAM - visitabile fino al 1° settembre 2014 -, che lo vede come unico protagonista.
Il primo particolare che colpisce il lettore è la realizzazione grafica del catalogo, stampato su carta lucida, molto spessa e di un rosso intenso, colore che tuttavia non ne interferisce la lettura del testo, grazie alla scelta di un carattere molto leggibile, redatto in nero.
È possibile dividere il volume in sei parti: la prima parte è occupata dalla Premessa realizzata a due mani dal Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e dall’Assessore alla Cultura, Francesco Giambrone [pp. 6-7]. Già da queste righe si possono individuare le tematiche profonde, e non sempre facili da decifrare, che i lavori di Di Piazza vogliono esprimere e comunicare. L’intento è quello di riuscire a rappresentare un mondo surreale in maniera realistica, attraverso lo studio dei particolari, della luce, della prospettiva e della profondità; la seconda parte è un’Introduzione di Antonella Purpura, direttrice della GAM Palermo [pp. 8-9]. La direttrice in queste righe si rifà alle parole che Breton spende in merito ai procedimenti logici, per tentare di capire se i sensi possano essere l’unico strumento per la comprensione della complessità della natura e dell’uomo. La Purpura si sofferma, infine, alla realizzazione vera e propria della mostra, nata da una lunga elaborazione intellettuale dell’artista; segue, nella terza parte, una Presentazione (pp. [11-21]) delle opere e dell’artista da parte di Alberto Zanchetta, critico d’arte e curatore indipendente. Zanchetta è nato a Trento, si è laureato presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dal 2007 insegna Storia dell’Arte Contemporanea presso la LABA di Brescia.
Redatte in italiano e in inglese, queste sono pagine intense che ben colgono gli aspetti più reconditi della psiche del pittore, descrivendo in un excursus dettagliato e puntuale l’evoluzione ed il percorso di crescita e trasformazione che Di Piazza ha vissuto a partire dai suoi esordi.
Si evince chiaramente da queste pagine una lenta ed inesorabile decadenza, che si impone sulla Natura raffigurata nei dipinti dell’artista siciliano, decadenza espressa da creature surreali ed oniriche, ma causata soprattutto dal reale degrado che la affligge e la devasta. Cieli tersi si fondono con magma incandescente e fiumi trasparenti vengono contaminati da limacciosi fili erbosi.
La quarta parte è interamente occupata dalle illustrazioni dei dipinti, e segna uno stacco dalle precedenti sezioni, non solo dal punto di vista del contenuto, ma anche dal punto di vista cromatico e dell’impaginazione; il colore utilizzato per queste pagine è il grigio, che ben incornicia e fa da passepartout alle opere grafiche, risaltandole e consentendone una migliore visione.
A questa sezione è dedicata la maggior parte del catalogo, [pp. 23-47]. Sono opere realizzate nell’arco del biennio 2012-2014. Come si legge nella premessa «le opere di Di Piazza […] sembrano la materializzazione di incubi che affollano la mente, l’espressione artistica di visioni che raccontano una sofferenza intima e lancinante» [p. 6]. I colori sono densi ed i contrasti forti.
Ruolo fondamentale hanno la prospettiva ed il punto di fuga scelti, che rendono il quadro quasi tridimensionale ed in movimento, contrapponendo imponenti figure in primo piano che si stagliano sullo sfondo, a cieli profondi e lontani, in cui lo spettatore tende a perdersi, nella ricerca di sempre più distanti particolari raffigurati. Questo è il caso di “A” cross the universe (2013), prima opera presentata nel catalogo: si tratta di un olio su tela, che può essere apprezzato, solo se lo spettatore si pone di fronte ad esso e si accomoda per qualche istante così da cogliere ogni particolare celato tra fumi, nubi e polveri. Anche in Pacific (2014) emergono le tematiche finora descritte del degrado. Appare una Natura talmente contaminata da trovarsi in un punto di non ritorno. È possibile notare sott’acqua i segni della contaminazione, ma anche nel cielo, dove pianeti e costellazioni di metallo infuocato rovinano inesorabilmente verso i confini dell’orizzonte, che si perde in profondità. Dai quadri sembra provenire un meccanico rumore metallico che si perde in echi lontane.
Nella quinta parte, Blown away [pp. 48-66], anch’essa redatta in italiano ed in inglese, è presente un’intervista a Fulvio Di Piazza da parte dell’artista «autodidatta», Nicola Verlato. Un botta e risposta tra i due artisti, che ben esternano le inquietudini e le sofferenze della contemporaneità, che si riflettono nell’animo degli uomini. In una sua auto-analisi, Di Piazza definisce le sue opere e quelle di Verlato «destabilizzanti» [p. 52], poiché coinvolgono il cuore prima di coinvolgere il cervello.
Il catalogo si conclude con delle pagine dedicare ulteriormente alle opere dell’artista [pp. 68-75], seguite da un elenco delle Principali mostre personali [pp. 76-77] dal 1996 al 2013.
 Il volume è ben realizzato, con una sovraccoperta che raffigura l’opera “A” cross the universe, realizzata in modo tale da poter essere evulsa dal catalogo ed incorniciata.
Il nome del catalogo è tratto da una delle opere in esposizione, Isola Nera, una vera e propria installazione che occupa un’intera stanza, in cui un vorticoso intrico di balene, miste a fumo e magma, confluisce al centro di essa, in una raffigurazione onirica e angosciante della Sicilia. Un’ulteriore denuncia nei confronti di una terra in cui bellezza e contaminazione negativa coesistono come in un incubo grottesco.
Come il catalogo, così la mostra è ben organizzata, in un percorso che ha inizio con il primo quadro esposto, “A” cross the universe, e si conclude con Isola Nera. Un viaggio onirico attraverso la visione interiore di Fulvio Di Piazza.

Agostina Passantino


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