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mercoledì 5 febbraio 2014

VdB23/Nulla è andato perso

Gianni Maroccolo-Claudio Rocchi, VdB23/Nulla è andato perso, disco autoprodotto, 2013.

VdB23/Nulla è andato perso è un album del 2013 di Gianni Maroccolo, bassista e produttore discografico, con la collaborazione di Claudio Rocchi, cantautore, bassista e conduttore radiofonico.
Il disco è stato autoprodotto dagli stessi Maroccolo e Rocchi, e contiene contributi di svariati artisti della scena musicale italiana, legati alla storia musicale di Gianni Maroccolo, quali ad esempio Piero Pelù e Ghigo Renzulli dei Litfiba e Massimo Zamboni dei CCCP fedeli alla linea e dei C.S.I..
Essendo stato finanziato tramite il sistema di crowd funding (un processo di finanziamento dal basso) l'album non è stato reso disponibile sul mercato discografico ordinario, ma soltanto ai sottoscrittori del progetto.
È anche l'ultima opera discografica di Claudio Rocchi, deceduto il 18 giugno 2013, prima della pubblicazione dell'album.
L'album si compone di 9 tracce, per la durata di 1 ora 19 minuti e 6 secondi:
1.       Vdb23
2.       Torna con me
3.       Nulla è andato perso
4.       Rinascere Hugs Suite (feat. Miro Sassolini, Monica Matticoli, Cristina Donà, Franco Battiato, Cristiano Godano, Ivana Gatti, Piero Pelù, Massimo Zamboni, Emidio Clementi)
5.       La Melodie de Terrence (feat. Ghigo Renzulli)
6.       Tutti gli Uomini - Tutte le Donne
7.       LD7M (Les Dernierès Sept Minutes de mon Pere)
8.       Una Corsa
9.       Rigel & Vdb23 (feat. Fabio Peri)

Tutte le musiche sono composte da Gianni Maroccolo, ad eccezione di  Le Melodie di Terrence (musica di Takeo Watanabe).
Tutti i testi sono di Claudio Rocchi, ad eccezione di Rinascere Hugs Suite (testo di Monica Matticoli, Cristina Donà, Claudio Rocchi, Franco Battiato, Cristiano Godano, Ivana Gatti, Piero Pelù, Massimo Zamboni, Emidio Clementi) e Rigel & Vdb23 (testo di Fabio Peri).
Impressioni dei primi ascolti. Sono entusiasta, senza se e senza ma, ma io sapevo già che mi sarebbe piaciuto. Certo, ho avuto bisogno di ascoltarlo più volte, alcuni pezzi mi sono entrati dentro più facilmente, altri ho dovuto ben assimilarli prima. Questo non è certo un lavoro immediato, commerciale (e meno male) – e questo lo potevamo già immaginare (io me lo aspettavo proprio così) – ma più lo ascolto e più lo sto capendo. È un disco lavorato, complesso, ricercato nella musica e nei testi, arrangiato molto bene (violini, tastiere, vari effetti anche elettronici, poi, vabbè, il basso che te lo dico a fa', chitarra acustica, sitar, piano, celeste ecc.), non c'è ombra di dubbio. Nei primi ascolti – quelli che servono a conoscerlo e capirlo – non puoi stare a fare pure altro, tipo le faccende di casa ecc., devi stare concentrato, attento, senza intralci, filtri. Per me questo tipo di musica, la si deve vivere così all'inizio...
C'è elettronica, qualcosa di musica dub qua e là (ad esempio nella traccia 4, Rinascere Hugs Suite ed in Torna con me, traccia 2); musica psichedelica (molto apprezzata), e tanto altro...
Mi permetto una piccola osservazione: visto il tipo di cantato adottato dagli artisti/cantanti, ci sarebbe stata a pennello anche una collaborazione di Giovanni Lindo Ferretti (tra l'altro, le parti con la Donà nella Suite me lo ricordano)...
I pezzi che più incontrano i miei gusti, senza nulla togliere al resto ovviamente, sono la prima, Vdb23, che a mio avviso – lasciatemi passare l'espressione – è una figata pazzesca; e la settima, LD7M (Les Dernierès Sept Minutes de mon Pere), che è qualcosa di veramente notevole, con sitar e esraj di Beppe Brotto (strumento a corda di origine indiana), poiché mischia suoni e suggestioni di tipo orientale e irlandese/celtico. Notevoli sono anche le tracce 3, Nulla è andato perso, che appare come il naturale prosieguo della prima traccia, in qualità di piacevole reprise, ecco); 4, Rinascere Hugs Suite – che con tutti quegli artisti non poteva che venire fuori un gran pezzo! – che è il brano più complesso e vario e nel quale ho notato che tra le strofe di Piero Pelù si apprezzano delle note che mi rimandano a Versante est dei Litfiba, mentre dopo la parte di Ivana Gatti v'è una parte strumentale molto bella che con le melodie delle tastiere fa molto prog degli anni Settanta; 8, Una corsa; e 9, Rigel & Vdb23, che chiude il disco.
Non riesce a piacermi la traccia 5, La melodie de Terrence, del maestro Takeo Watanabe, e penso sia proprio la melodia (e ci sta, dato che questo brano è tratto dalle musiche di vecchio cartone animato, Candy Candy - infatti è del tutto slegata dal disco), nonostante Ghigo Renzulli suoni bene l'assolo, portando il suo marchio riconoscibile – che è per me sempre positivo –, e la presenza di un interessante arrangiamento a più bassi.
Grandi Gianni Maroccolo e Claudio Rocchi, bravi... Marok è sempre una garanzia, questo va ribadito. Sinceri complimenti a tutti gli artisti e ai musicisti che hanno partecipato al progetto.

Claudia Moi



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